Per il figlio di don Vito Lapis avrebbe consegnato a Romano trecentomila euro. "Ma sapevo che la cifra era complessivamente più sostanziosa, e cioè cinquecentomila euro"
"Più che a Romano i soldi erano indirizzati a tutto il suo gruppo politico che aveva agevolato concessioni e altri tipi di favori. So che i soldi erano dovuti e non so altro". Massimo Ciancimino torna sulla tangente che sarebbe stata versata al ministro dell'Agricoltura Saverio Romano: in un'intervista rilasciata a LiveSicilia. it il figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino conferma il passaggio di denaro ma precisa che i soldi non sono arrivati da lui, "ma dalle mani di Lapis". Con Romano - specifica nell'intervista - "ho avuto, come ha detto lui, solo qualche scambio di saluti in aeroporto. In tono amichevole". Per il resto, Ciancimino jr. conferma le dichiarazioni fatte ieri sera al Festival del giornalismo di Perugia. Con un'eccezione, la quantità: per il figlio di don Vito Lapis avrebbe consegnato a Romano "trecentomila euro, ma sapevo che la cifra era complessivamente più sostanziosa, e cioè cinquecentomila euro". La somma consegnata da Ciancimino a Lapis, però, era molto più abbondante: il figlio dell'ex sindaco sostiene di essere stato nello studio del tributarista prima di una visita di Romano e di avergli lasciato "un milione e trecentomila euro. Sapevo pure che (Romano, ndr) gradiva un certo taglio, da 500 euro". Soldi che, stando a Massimo Ciancimino, sarebbero andati anche all'ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro, oggi in carcere dopo la condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato: in una conversazione intercettata nel 2004, infatti, Ciancimino chiese a Lapis se "300 mila euro per Romano" non fossero "troppi", e il tributarista gli rispose che "una parte sono per il presidente". Più sfumata, invece, la posizione di Ciancimino jr sull'ex ministro delle Poste e oggi senatore del Pdl Carlo Vizzini: "Escludo che Vizzini avesse dei rapporti con mio padre. Mio padre lo considerava una persona addirittura ostile. Diceva che era sbirro. Era Lapis ad avere rapporti con Vizzini. Mio padre non poteva sindacare. Lui si occupava dei rapporti con Bernardo Provenzano. Non certo con i politici".
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