Domani a Roma e in molte città le manifestazioni promosse da "Il nostro Tempo è adesso". Molte adesioni all'appello dei ragazzi del comitato. E una polemica con Berlusconi e le sue freddure davanti a una platea di neolaureatidi CARMINE SAVIANO
Sono impiegati nei call center, studenti, a paghe da fame in qualche (magari bellissimo) laboratorio. Sono il 30% della forza-lavoro giovanile (un record, triste). E hanno un unico comune denominatore: la precarietà. Domani a Roma e in tante città italiane faranno sentire la loro voce in tante manifestazioni promosse dal comitato "Il nostro Tempo è adesso". Una mobilitazione per denunciare le condizioni di lavoro, e di vita, di una grande fetta di giovani italiani. Tante adesioni. E un messaggio rivolto al presidente del Consiglio dopo il suo ultimo, imbarazzante, show 1: "Davvero Berlusconi pensa che i suoi successi personali siano da prendere ad esempio per i giovani italiani? Gli chiediamo di sollevarci dalla sua presenza...". E' davvero raggelante, in effetti, guardare in successione le storie sul lavoro che i ragazzi raccontano - anche sul nostro sito 2 - e le battute dispensate dal presidente del Consiglio a una platea di neolaureati. Che nemmeno ridevano.
A Silvio. Il messaggio dei precari al premier è duro, diretto. Prima i dati: "Il 30% di disoccupazione giovanile, due milioni di giovani che non studiano non lavorano e non si formano, l'esercito di lavoratori precari rimasti senza lavoro e senza reddito con la crisi economica". Poi la richiesta: "Adesso siamo noi a chiedere un sacrificio al Presidente del Consiglio. Gli chiediamo di farsi da parte per aver trascinato la nostra generazione e questo Paese in un baratro di povertà, depressione e disoccupazione". E ancora: "Gli chiediamo di farsi da parte per raggiunti limiti d'età e per furto aggravato di presente, di futuro e di dignità a questo paese".
Continua ...
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