Il capomafia palermitano Vincenzo Troia era gravemente malato da 2 anni
Il capomafia palermitano Vincenzo Troia, 73 anni, cugino dello storico boss Mariano Tullio Troia, è morto la notte scorsa nel carcere milanese di Opera dove era detenuto al 41 bis.
LA DENUNCIA DELLA FAMIGLIA - Gravemente malato da 2 anni, il capomafia del quartiere Resuttana, attraverso il suo legale, l’avvocato Sergio Monaco, aveva fatto decine di istanze, allegando consulenze mediche in cui si attestava l’incompatibilità del suo stato di salute col carcere. I familiari di Troia hanno presentato denuncia lamentando proprio la scarsa attenzione riservata al congiunto dall’autorità giudiziaria e contestando le relazioni dei periti nominati dai diversi collegi che hanno invece sempre ritenuto che il padrino potesse restare in cella.
LA STORIA - Condannato a 12 anni per associazione mafiosa in primo grado, domani avrebbe dovuto essere giudicato in appello. Secondo i pentiti come Manuel Pasta il boss avrebbe assunto per qualche anno il comando della ‘famiglia’, ma poi sarebbe stato destituito perché ritenuto non adatto al ruolo. Ma la accusa di essere stato ai vertici del clan e la ‘pericolosità’ di Troia hanno indotto la Procura a chiedere e ottenere il carcere duro.
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