WASHINGTON (USA) - Da quando è diventata Sottosegretario di Stato (l'equivalente del nostro Ministro degli Esteri), Hillary Clinton ogni anno presenta il "Trafficking in Persons Report", un rapporto dove si esamina la situzione della tratta di persone. Il rapporto è stato presentato nel giugno scorso, ma solo oggi un giornalista del Fatto Quotidiano ha sottolineato che c'è la presenza anche di SIlvio Berlusconi e dell'Italia, in termini non propriamente elogiativi.
Infatti, anche se viene ammesso che, come nazione, l'Italia viene considerata al di sopra del livello minimo previsto, grazie al complesso di leggi che puniscono i colpevoli e tutelano le vittime, ci sono due punti oscuri. Il primo è proprio Silvio Berlusconi, per il suo coinvolgimento nell'affare Ruby; dove il premier viene accusato di sfruttamento sessuale nei confronti di una minorenne. Il secondo è un appunto alla classe dei magistrati che, quando devono indagare o giudicare un esponente delle forze dell'ordine o altro dipendente pubblico di alto livello che si è macchiato di reati legati al "trafficking" (termine con cui negli Usa indicano il lavoro forzato e il traffico di adulti e bambini per sfruttamento sessuale), agiscono con estrema lentezza, mandando spesso il reato in prescrizione o, se si arriva alla condanna, vengono assicurati trattamenti di favore, con pene troppo basse.
Un'altro rilievo viene mosso alle leggi contro l'immigrazione clandestina, che prevedono l'espulsione immediata delle prostitute da strada. Una norma che trasforma la vittima di un reato di tratta nella colpevole di un reato, e perseguita legalmente, anche col carcere, in funzione di questa sua condizione di vittima.
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