domenica 30 ottobre 2011

Lavitola ordinò pressing su Tremonti "Tiri fuori i soldi per i giornali"

Il faccendiere telefona a Giampiero Catone per preparare un piano contro il ministro che non vuole dare i fondi promessi all'editoria: ""Sto provando a far intervenire Berlusconi e a farlo muovere per far qualcosa"

di GIUSEPPE CAPORALE e LIANA MILELLAROMA - Non sta in Parlamento, né nel governo, perché Berlusconi non ce lo ha messo, ma Valter Lavitola, editore dell'Avanti, è il prototipo del lobbista più smaliziato e senza scrupoli che ci si possa immaginare. Sulla questione dei fondi per l'editoria poi, che lo tocca da vicino, non passa giorno, in quell'autunno del 2009 quando i suoi telefoni finirono sotto intercettazione a Pescara nell'ambito dell'inchiesta Spadaccini, senza lunghe telefonate per pilotare da fuori l'attività parlamentare. Come quella con Giampiero Catone, apostrofano con un "essendo tu abbastanza bandito". O l'altra con il senatore Giuseppe Esposito cui "ordina" di far passare un emendamento. MO' TI FACCIO UN APPUNTO (9 ottobre 2009) Lavitola telefona a Catone per preparare un piano contro Tremonti che non vuole dare i fondi promessi all'editoria. L'ex direttore della Discussione, pidiellino passato con Fini e poi tornato nella maggioranza con Popolo e territorio, promosso sottosegretario all'Ambiente a maggio scorso, è sugli attenti. Lavitola è brusco con lui ("Che tieni fretta?) e gli detta le mosse da fare, compreso un appello bipartisan. Catone obbedisce. Catone "Valteruccio...".
Continua ...

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