Con la legge di stabilità si colpisce il lavoro delle Ong. Si continuano a finanziare i 180 milioni di euro per il trattato Italia Libia e i 750 milioni per le missioni militari internazionali. Si confermano i 375 milioni l'anno per la costruzione delle fregate italo-francesi e i 70 milioni per il consorzio europeo di aeronautica militare
di PAOLA AMICUCCIROMA - Ancora un taglio, questa volta quasi mortale, alla cooperazione italiana e una conferma degli investimenti in spese militari per il 2012. E' la denuncia fatta dalle ong italiane sulla legge di Stabilità, in questi giorni in discussione al Senato, che prevede di decurtare del 51% i fondi della cooperazione allo sviluppo gestiti dal Ministero degli Affari Esteri, passando da 179 milioni di euro stanziati nel 2011 a un nuovo record negativo con soli 86 milioni destinati alle attività di solidarietà internazionale. Si salvano le risorse alle spese militari. Ad essere salvaguardate invece dalle manovre estive di stretta sui conti pubblici saranno gli investimenti in spese militari. Si continuano a finanziare i 180 milioni di euro per il trattato Italia Libia e i 750 milioni di euro per le missioni militari internazionali, relativi a soli sei mesi di operazioni militari all'estero. Si confermano i 375 milioni l'anno per la costruzione delle fregate italo-francesi FREEM e i 70 milioni per il consorzio europeo di aeronautica militare. Un unico appello congiunto. Le reti delle ong italiane, riunite in un unico appello congiunto, chiedono ai parlamentari di fermare la distruzione della cooperazione. Anche perché già oggi la Farnesina ha bloccato l'erogazione dei contributi alle seconde e terze annualità dei progetti delle ong in corso, quindi già approvati e messi a bilancio. In pratica, i fondi che erano dovuti nel 2011 non sono più resi disponibili dal Ministero del Tesoro, lasciando in gravi difficoltà le ong che hanno avviato progetti di cooperazione, ora a rischio di completamento. Chiudono diversi progetti. Con i previsti 86 milioni di euro per la cooperazione italiana si arriverà a chiudere le attività in moltissime regioni finora assistite: nel 2009 con le stesse risorse si era intervenuti in soli due dei 61 paesi in cui l'Italia ha portato il suo aiuto, Etiopia e Afghanistan. Ma della cifra supersite solo una minima parte, 20 milioni di euro, andrà realmente alle nuove iniziative di cooperazione allo sviluppo. Il ruolo internazionale dell'Italia è ormai ai minimi termini, soprattutto se messo a confronto con quanto le ONG italiane hanno raccolto nel 2010 in attività di fund rasing dai cittadini italiani, quattro volte di più di quanto il Governo ha messo oggi a Bilancio. "Una scelta irresponsabile". "L'opera di dismissione della cooperazione è una azione di irresponsabilità politica da parte del Governo" - sottolinea Francesco Petrelli, presidente dell'Associazione delle ONG Italiane - rischia di interrompere e vanificare un lavoro prezioso delle Ong e di pregiudicare il ruolo e la credibilità internazionale del nostro Paese". A preoccupare ulteriormente le ong è la scelta di destinare il 50% di un imprevisto tesoretto di 750 milioni di euro legato all'asta pubblica delle frequenze ad alcuni ministeri, tra cui soprattutto Interno e Difesa. Uno stanziamento di 1,2 miliardi di euro aggiuntivi andranno a politiche giovanili, addestramento militare, ospedali universitari non statali, rete ferroviaria, festeggiamenti della ricorrenza del 4 novembre.Continua ...
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