Finmeccanica, le verità di Borgogni ai pm I nomi nelle carte, da La Russa a Giovanardi
ROMA - Ha già risposto a tre interrogatori e un nuovo appuntamento è fissato per i prossimi giorni. Lorenzo Borgogni, responsabile delle relazioni istituzionali di Finmeccanica, ha deciso di collaborare con i magistrati di Napoli titolari dell'inchiesta sugli appalti esteri ottenuti dalla holding specializzata in sistemi di difesa. Ma i suoi verbali sono stati trasmessi anche agli inquirenti romani che indagano sulle «commesse» gestite dalle società controllate e dall'Enav e nei suoi confronti avevano sollecitato l'arresto, negato però dal giudice. Le prime rivelazioni del manager, che proprio ieri ha deciso di autosospendersi dall'incarico, riguardano soprattutto soldi e favori concessi ai potenti. E coincidono con quanto è stato già raccontato dal consulente Lorenzo Cola che ormai da mesi parla dei rapporti tra affari e politica. Rivelazioni ancora coperte da molti «omissis», ma l'ordinanza di arresto dell'amministratore delegato di Enav Guido Pugliesi e di due manager rivela che è proprio sui nomi di ministri e parlamentari che avrebbero ottenuto soldi e favori che si stanno concentrando le verifiche. Le indagini entrano dunque in una nuova fase cruciale, che potrebbe portare nei prossimi giorni a svolte clamorose.
La prima convocazione di Borgogni davanti ai pubblici ministeri Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio risale al marzo scorso. L'indagine è quella sul deputato del Pdl Marco Milanese, all'epoca consigliere politico del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Nel corso di una perquisizione è stato acquisito un appunto scritto a penna con i nomi di alcuni politici associati alle nomine di consiglieri di amministrazione. Sul foglietto ci sono i nomi del ministro della Difesa Ignazio la Russa, del deputato della Lega Giancarlo Giorgetti, c'è un Romani che potrebbe essere il ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani. E poi un lungo elenco di aziende con accanto una rosa di candidati.
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