Parte l’ira della Lega. Soddisfatti Alemanno e Polverini
ROMA – È con il via libera al decreto legislativo su Roma Capitale che il nuovo governo Monti può dirsi nel pieno della sua attività. Dopo circa due ore di riunione si è concluso il secondo Consiglio dei ministri della squadra capitanata dal Professore: la conclusione è stata l’approvazione dello schema di decreto legislativo relativo a Roma. Si tratta di un provvedimento previsto dalla delega sul federalismo fiscale, approvata due anni e mezzo fa, e che per questo necessitava di un passaggio in Cdm entro oggi, pena la decadenza delle norme previste. Il decreto si presenta di notevole importanza per la Giunta capitolina, dal momento che va a ridisegnare le funzioni e le competenze dell’amministrazione della città: ne accresce i poteri sulla disciplina di commercio, edilizia, urbanistica e trasporti, con particolare attenzione per la tutela del patrimonio archeologico, per la realizzazione di opere pubbliche e per le politiche ambientali. In altre parole, dà via libera alla Città Eterna e stabilisce quali sono i poteri che vengono trasferiti dallo Stato a Roma Capitale e quali, con legge regionale, verranno ceduti dalla Regione Lazio. Dopo questo primo passaggio, il provvedimento passerà all’esame delle Camere, per tornare poi in Cdm, entro 90 giorni, per l’ok definitivo.
“Ce l’abbiamo fatta”: grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco, Gianni Alemanno, e dalla governatrice della Regione Lazio, Renata Polverini: entrambi presenti alla riunione dell’esecutivo. Non è mancata una frecciatina da parte del sindaco capitolino al Carroccio, reo di aver colpevolmente rallentato l’iter del provvedimento: “Questa era una riforma preparata dal governo Berlusconi, ma che è rimasta bloccata per gli atteggiamenti della Lega Nord. Anche oggi - ha aggiunto il sindaco - leggiamo commenti contrari, ma noi diciamo che la riaffermazione dell’unità nazionale passa attraverso il riconoscimento di Roma Capitale”. La reazione più dura arriva, infatti, dalla Lega, che in questo modo ha dovuto incassare un grosso colpo. “Se il buongiorno si vede dal mattino questo è un pessimo giorno”, è l’immediata risposta del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Penso - ha detto Zaia - che quantomeno esteticamente si dovrebbe istituire la condizione della pariteticità, un decreto per il Nord e uno per il Sud”.
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