Il primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo: "Enorme quantità di contenzioso civile, pochi magistrati e troppi avvocati". "Per anni la prevalente attenzione è stata dedicata, con la scusa di attuare un "riequilibrio dei poteri, al malcelato intento di ridimensionare il controllo di legalità sull'esercizio di ogni potere"."Mutamento politico fa ben sperare". Vietti: "Non possiamo più permetterci tre gradi di giudizio per ogni controversia".
- E' "urgente" risolvere con sollecitudine" le "indicazioni desumibili da una sentenza emessa nel marzo scorso dalla Corte europea, che ha affrontato per la prima volta il tema della compatibilità della nostra disciplina della prescrizione con gli standards internazionali", dando un giudizio negativo e sollecitando l'allungamento dei tempi di prescrizione. Lo sottolinea il Primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo nella sua relazione all'apertura dell'anno giudiziario. In primo piano anche la situazione carceraria che 'ci umilia in Europa e ci allarma". Lupo però si dice confortato dal fatto che le nuove priorità del governo in materia di giustizia siano condivise anche dalla magistratura e dal "risveglio" dell'attenzione della politica per la giustizia come "servizio". Una svolta, dopo che per anni la "prevalente attenzione" è stata dedicata, con la scusa di attuare un "riequilibrio dei poteri", al "malcelato intento di ridimensionare il controllo di legalità sull'esercizio di ogni potere", controllo affidato alla "giurisdizione indipendente". Ed ancora: "Il mutamento dell'atmosfera politica, Istituzionale e culturale, che dirada le nubi che si erano addensate sul nostro impianto costituzionale ci fa ben sperare sul mantenimento del quadro istituzionale, fondato sui valori fondamentali della nostra costituzione"
Giustizia civile. L'immensa mole dei processi arretrati, soprattutto nel settore civile dalla lentezza cronica, dà un contributo negativo all'inasprirsi della crisi economica. Lupo sottolinea che emerge sempre più la "consapevolezza del contributo negativo che l'arretrato e i tempi lunghi della giustizia recano alla più generale crisi del Paese, come è stato rilevato sia dal precedente che dall'attuale Governatore della Banca d'Italia".
L'Europa ci osserva. "Il nostro sistema è sotto osservazione anche sul terreno dell'effettività delle garanzie, come emerge dalle giurisprudenze delle Corti di Lussemburgo e di Strasburgo, che pongono vincoli e limiti per l'attività giudiziaria e per l'ordinamento nazionale" sottolinea Lupo. "Rispetto a tali vincoli - prosegue Lupo - l'atteggiamento di chi intende operare per rafforzare la dimensione comune dell'Europa non può essere quella di resistenza o, peggio, di rifiuto". "Al contrario, occorre impegnarsi seriamente e in concreto per trasformare tali indicazioni e vincoli in opportunità e occasioni di riforma del nostro sistema e, insieme, di rilancio di un'Unione effettivamente fondata su libertà, diritti e giustizia, che rappresentano l'essenza del modello europeo di convivenza in uno Stato costituzionale di diritto", conclude Lupo.
Prescrizione. "Per molti reati spesso la notizia è acquisita in un tempo sensibilmente posteriore rispetto ai fatti-reato, con la conseguenza che il procedimento penale nasce con un handicap temporale, senza che possa imputarsi ad inerzia delle indagini l'anticipato consumarsi del tempo di prescrizione", aggiunge Lupo. "Ciò costituisce una ulteriore anomalia negativa dell'ordinamento italiano - prosegue - che rende di fatto arduo accertare responsabilità penali con sentenza definitiva di condanna prima della maturazione della prescrizione per molti reati anche di rilevante gravità sociale". "Senza indugiare sul costo che gli effetti di tale disciplina comportano per il bilancio dello Stato, ricordiamo che con un recente rapporto, l'OCSE - rileva Lupo - ha raccomandato all'Italia di realizzare un adeguato prolungamento dei termini di prescrizione". "Questa raccomandazione fa riferimento al tema della corruzione internazionale, ma sono ben evidenti le implicazioni che riguardano inevitabilmente tutte le fattispecie di reato, a partire da quelli di corruzione anche interna, su cui da più parti, istituzionali", conclude il Primo presidente.
ROMAGiustizia civile. L'immensa mole dei processi arretrati, soprattutto nel settore civile dalla lentezza cronica, dà un contributo negativo all'inasprirsi della crisi economica. Lupo sottolinea che emerge sempre più la "consapevolezza del contributo negativo che l'arretrato e i tempi lunghi della giustizia recano alla più generale crisi del Paese, come è stato rilevato sia dal precedente che dall'attuale Governatore della Banca d'Italia".
L'Europa ci osserva. "Il nostro sistema è sotto osservazione anche sul terreno dell'effettività delle garanzie, come emerge dalle giurisprudenze delle Corti di Lussemburgo e di Strasburgo, che pongono vincoli e limiti per l'attività giudiziaria e per l'ordinamento nazionale" sottolinea Lupo. "Rispetto a tali vincoli - prosegue Lupo - l'atteggiamento di chi intende operare per rafforzare la dimensione comune dell'Europa non può essere quella di resistenza o, peggio, di rifiuto". "Al contrario, occorre impegnarsi seriamente e in concreto per trasformare tali indicazioni e vincoli in opportunità e occasioni di riforma del nostro sistema e, insieme, di rilancio di un'Unione effettivamente fondata su libertà, diritti e giustizia, che rappresentano l'essenza del modello europeo di convivenza in uno Stato costituzionale di diritto", conclude Lupo.
Prescrizione. "Per molti reati spesso la notizia è acquisita in un tempo sensibilmente posteriore rispetto ai fatti-reato, con la conseguenza che il procedimento penale nasce con un handicap temporale, senza che possa imputarsi ad inerzia delle indagini l'anticipato consumarsi del tempo di prescrizione", aggiunge Lupo. "Ciò costituisce una ulteriore anomalia negativa dell'ordinamento italiano - prosegue - che rende di fatto arduo accertare responsabilità penali con sentenza definitiva di condanna prima della maturazione della prescrizione per molti reati anche di rilevante gravità sociale". "Senza indugiare sul costo che gli effetti di tale disciplina comportano per il bilancio dello Stato, ricordiamo che con un recente rapporto, l'OCSE - rileva Lupo - ha raccomandato all'Italia di realizzare un adeguato prolungamento dei termini di prescrizione". "Questa raccomandazione fa riferimento al tema della corruzione internazionale, ma sono ben evidenti le implicazioni che riguardano inevitabilmente tutte le fattispecie di reato, a partire da quelli di corruzione anche interna, su cui da più parti, istituzionali", conclude il Primo presidente.
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