Inaugurazione dell'anno giudiziario: 9 milioni di cause pendenti. "Troppi avvocati" e "Solo i russi più litigiosi di noi".
Il ministro Severino: "L'inefficienza della giustizia costa un punto di pil"
ROMA
«Il mutamento dell’atmosfera politica, istituzionale e culturale, che dirada le nubi che si erano addensate sul nostro impianto costituzionale, ci fa ben sperare sul mantenimento del quadro istituzionale, fondato sui valori fondamentali della nostra Costituzione». Lo sottolinea il Primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione, dove è giunto il Capo dello Stato,
Giorgio Napolitano. Presenti anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, il premier Mario Monti, il presidente del Senato Renato Schifani, il ministro della Giustizia Paola Severino e il vicepresidente del
Csm Michele Vietti.
Nove milioni di cause arretrate e troppi avvocati
Lupo ha detto che i magistrati italiani lavorano schiacciati dalla montagna di quasi 9 milioni di cause pendenti, ma «continuano a detenere primati di produttività in Europa». Così ha ricordato l’enorme cifra di cause arretrate che giacciono nei tribunali sottolineando anche che «vi è poi un’altra anomalia italiana, quella della quantità di avvocati: quasi 240.000, di cui oltre 50.000 abilitati all’esercizio dinanzi alla giurisdizioni superiori». «Questi numeri continuano a crescere ogni anno. Essi, se non costituiscono un diretto fattore di incentivazione del contenzioso, certamente non contribuiscono a deflazionarlo, giacchè risulta del tutto insufficiente l’attività di filtro da parte della classe forense».
Più litigiosi di noi solo i russi
«Tra i fattori sicuramente anomali rispetto agli altri Paesi d’Europa, che concorrono a determinare l’enorme quantità di contenzioso civile, vi è l’alto tasso di litigiosità che assegna al nostro paese un primato superato solo dalla Russia». «L’anno appena concluso ha confermato le difficoltà in cui versa il contenzioso civile presso gli uffici giudiziari di merito. La pendenza complessiva è diminuita del -2,4%, per effetto della diminuzione delle sopravvenienze (-8,7%). Ma è aumentata la durata media dei processi civili». «Il segmento più critico è costituito dalle corti d’appello, nelle quali la durata media è aumentata del 9%, nonostante sia diminuita la sopravvenienza (-5,2%). Le corti d’appello rappresentano l’unico segmento del sistema processuale che abbia fatto registrare un incremento dei procedimenti pendenti (3,3 %)»
L'inefficienza della giustizia costa un punto di Pil
Il ministro della Giustizia, Paola Saverino, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario ha detto che «È enorme» il costo sociale dell’inefficienza della giustizia, pari a un punto percentuale del Pil. Un costo pagato dalle parti in causa, costrette ad attendere troppo tempo la sentenza del giudice, ma anche dalla collettività. Resta «enorme» la mole dei procedimenti arretrati, nonostante i magistrati italiani abbiano «una capacità di smaltimento tra le più elevate di Europa»
Giorgio Napolitano. Presenti anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, il premier Mario Monti, il presidente del Senato Renato Schifani, il ministro della Giustizia Paola Severino e il vicepresidente del
Csm Michele Vietti.
Nove milioni di cause arretrate e troppi avvocati
Lupo ha detto che i magistrati italiani lavorano schiacciati dalla montagna di quasi 9 milioni di cause pendenti, ma «continuano a detenere primati di produttività in Europa». Così ha ricordato l’enorme cifra di cause arretrate che giacciono nei tribunali sottolineando anche che «vi è poi un’altra anomalia italiana, quella della quantità di avvocati: quasi 240.000, di cui oltre 50.000 abilitati all’esercizio dinanzi alla giurisdizioni superiori». «Questi numeri continuano a crescere ogni anno. Essi, se non costituiscono un diretto fattore di incentivazione del contenzioso, certamente non contribuiscono a deflazionarlo, giacchè risulta del tutto insufficiente l’attività di filtro da parte della classe forense».
Più litigiosi di noi solo i russi
«Tra i fattori sicuramente anomali rispetto agli altri Paesi d’Europa, che concorrono a determinare l’enorme quantità di contenzioso civile, vi è l’alto tasso di litigiosità che assegna al nostro paese un primato superato solo dalla Russia». «L’anno appena concluso ha confermato le difficoltà in cui versa il contenzioso civile presso gli uffici giudiziari di merito. La pendenza complessiva è diminuita del -2,4%, per effetto della diminuzione delle sopravvenienze (-8,7%). Ma è aumentata la durata media dei processi civili». «Il segmento più critico è costituito dalle corti d’appello, nelle quali la durata media è aumentata del 9%, nonostante sia diminuita la sopravvenienza (-5,2%). Le corti d’appello rappresentano l’unico segmento del sistema processuale che abbia fatto registrare un incremento dei procedimenti pendenti (3,3 %)»
L'inefficienza della giustizia costa un punto di Pil
Il ministro della Giustizia, Paola Saverino, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario ha detto che «È enorme» il costo sociale dell’inefficienza della giustizia, pari a un punto percentuale del Pil. Un costo pagato dalle parti in causa, costrette ad attendere troppo tempo la sentenza del giudice, ma anche dalla collettività. Resta «enorme» la mole dei procedimenti arretrati, nonostante i magistrati italiani abbiano «una capacità di smaltimento tra le più elevate di Europa»
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