Nella scuola e nei ministeri le variazioni più basse degli stipendi. Contratti: 1,4 milioni di lavoratori in attesa di rinnovo
MILANO - Divario retribuzioni-prezzi ai massimi da 17 anni e stipendi ai minimi degli ultimi 12. Lo rileva l'Istat nei dati dicembre . A dicembre la forbice tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,4%) e il livello d'inflazione (+3,3%), su base annua, ha toccato una differenza pari a 1,9 punti percentuali: si tratta del divario più alto dall'agosto del 1995. Le retribuzioni contrattuali orarie a dicembre restano ferme su novembre mentre aumentano dell'1,4% su base annua, dice ancora l'Istat aggiungendo che il valore tendenziale è il più basso dal marzo del 1999.
I SETTORI - Rispetto al 2010, quando la crescita delle retribuzioni contrattuali orarie si era attestata al 2,2%, la frenata registrata nel 2011 è forte. Guardando ai diversi settori, aumenti significativamente superiori alla media si registrano per i comparti 'militari-difesà (3,3%), forze dell'ordine (3,1%), gomma, plastica e lavorazioni minerali non metallifero (3,0%). Mentre le variazioni più contenute interessano ministeri e scuola (per entrambi l'aumento è dello 0,2%), regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale (0,3% in ambedue i casi).
CONTRATTI : IN 4 MILIONI ATTENDONO IL RINNOVO - A dicembre 2011 risultano in attesa di rinnovo 30 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a 4,1 milioni di dipendenti (circa 3 milioni nel pubblico impiego). La quota di dipendenti che aspettano il rinnovo è pari al 31,4%.
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