Le notti insonni o quasi di Silvio Berlusconi ad Arcore sono abitate da nuovi fantasmi. Uno nuovo se ne è aggiunto negli ultimi giorni all’incubo Mario Monti, l’odiato professore in grisaglia che senza un minuto di campagna elettorale gli ha soffiato il posto di primo ministro, che Berlusconi riteneva suo per plebiscito, confondendo, nonostante la sua autoaffermata omniscienza, questo istituto con le normali elezioni.
Il fantasma che non lo fa dormire risiede a Roma, si aggira per le stanze del palazzo del Quirinale e ha le sembianze del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Ed è un fantasma che non svanisce con la luce del giorno, anzi, di giorno il tormento è ancora più forte, al punto che il doloroso pensiero tracima dalla mente di Berlusconi e prende la via di Milano, dove si confeziona un importante quotidiano, il Giornale, fondato nei ’70 da Indro Montanelli, ora proprietà apparente del fratello di Silvio, Paolo, sicuro termometro dei sentimenti del Capo, indice, dall’intensità degli attacchi, del chi sale e chi scende nei suoi odi più estremi. A volte l’interazione fra pensiero padronale e interpretazione giornalistica produce effetti che fanno pentire o che gli italiani hanno pagato caro quando di mezzo c’è andata la Chiesa.
Ma quel che accade dopo non conta, sono le lacrime del coccodrillo, quel che interessa è che il personaggio sotto attacco di sicuro non gode, in quel momento, delle simpatie di Berlusconi.
Napolitano è stato anche oggetto, da quando si è installato al Quirinale, di attacchi diretti di Berlusconi, anche virulenti, che si sono poi rivolti tutti contro lo stesso Berlusconi. Da un po’ di tempo però c’era una strana pace, frutto certamente di una residua dose di buon senso, frutto se non altro dell’esperienza.
Ma si può immaginare il turbinio dei pensieri in quella vulcanica mente in quelle ore di insonnia, che si componevano con la frustrazione di non potersi fare scappare una parola men che gentile.
Continua ...
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