Il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, intervenuto oggi a Rainews, intervistato da Corradino Mineo ha rivolto un appello alla politica siciliana: "Alle forze politiche chiediamo scelte coerenti con l'innovazione che si sta manifestando". Lo Bello, scrive l'Adnkronos, autore del Codice etico degli industriali siciliani che prevede l'espulsione degli associati che pagano il 'pizzo' e non lo denunciano, ha ricordato "l'ondata emotiva molto forte del 1992", dopo le stragi di mafia che costarono la vita ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e che con il tempo si e' affievolita. "C'e' un pezzo di societa' - ha proseguito - che negli ultimi tempi ha deciso di collaborare con lo Stato, con legittimazione reciproca". Poi, ha sottolineato che spesso nella battaglia contro la mafia "manca un pezzo", e ha fatto l'esempio di Gela: "In questa citta' ci sono piu' denunce per abitanti e imprenditori, e questo perche' c'e' un terzo elemento in piu' che e' il Comune, con il sindaco Rosario Crocetta. Quando l'istituzione locale affianca questo elemento virtuoso si possono raggiungere risultati importanti". red (5 mar 2008)
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