(ASCA) - Roma, 10 ott - La sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato la Fininvest a risarcire 750 milioni di euro alla Cir non ha fatto altro che entrare nel merito di quanto accertato in sede penale. Lo precisano in una nota gli avvocati Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, difensori di CIR nella causa contro Fininvest, secondo i quali ''la verita' e' che in sede penale si e' definitivamente accertato nel 2007 che la corruzione fu commessa per iniziativa e con fondi neri esteri di Fininvest. Silvio Berlusconi e' stato prosciolto per prescrizione, e la sua richiesta di essere assolto nel merito e' stata respinta; ne' egli ha ritenuto di insistere per l'assoluzione nel merito, cosa che avrebbe potuto fare rinunciando alla prescrizione. In sede civile il Tribunale e' potuto entrare nel merito, e ha giudicato Berlusconi, allora presidente di Fininvest, coautore della corruzione: anche di qui la responsabilita' civile della stessa Fininvest''.La precisazione dei legali, che dicono di non voler entrare negli aspetti politici del caso, giunge dopo ''recenti prese di posizione sulla sentenza del Tribunale di Milano, fra cui alcune di fonte Fininvest''. Gli avvocati della Cir sottolineano inoltre che ''il Tribunale ha ampiamente argomentato anche l'irrilevanza del fatto che dei tre giudici della Corte di appello di Roma che annullo' il lodo Mondadori, solo il relatore Metta fosse corrotto e gli altri due no'' e che ''il criterio logico della probabilita', che Fininvest deride, e' uno dei criteri fondamentali e costantemente applicati nelle aule giudiziarie per la decisione delle liti in materia di responsabilita' civile e risarcimento del danno''.Secondo la Cir, e' comprensibile che ''l'obbligo di pagare 750 milioni euro sia una mazzata per il debitore Fininvest.Ma e' stata una mazzata ancora piu' dura e ingiusta per il creditore CIR avere subito 20 anni fa, per responsabilita' di Fininvest, un danno di pari dimensione economica''.
Continua ...
http://www.asca.it/news-LODO_MONDADORI__AVVOCATI_CIR__CORRUZIONE_ACCERTATA_ANCHE_IN_SEDE_PENALE-865911-BRK-.html
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