I discorsi fra il mafioso Brusca e i suoi familiari: la discussione sugli obiettivi possibili e la richiesta di amicizia al Cavaliere
Giovanni Brusca è un fiume in piena. Ma non con i magistrati: durante i colloqui con i suoi familiari, come racconta Francesco La Licata sulla Stampa, racconta obiettivi presenti, passati e futuri della mafia e della ‘ndrangheta, e chiede anche di essere intervistato in tv dopo le parole di Spatuzza:
I discorsi fra Giovanni Brusca, la moglie e i cognati Gioacchino e Salvatore Cristiano, risalgono al 19 agosto 2010. Dal tono generale si coglie un certo trasporto per l’attuale compagine governativa e quindi qualche avversione per personaggi come ad esempio Gaspare Spatuzza, il pentito che ha testimoniato al processo Dell’Utri raccontando la sua versione su un presunto coinvolgimento del senatore e del presidente Berlusconi nelle vicende mafiose. Giovanni Brusca spiega ai cognati la reticenza di Spatuzza che «non è che ha riconosciuto uno dei servizi segreti», ma ha detto «mi sembra». Quanto basta a introdurre il sospetto di un coinvolgimento dei servizi nelle stragi del ‘92.Cosa assolutamente falsa, dice il pentito.
A quel punto i cognati, Gioacchino e Salvatore, auspicano un qualche intervento dall’alto:
Continua ...
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