Le frasi riportate nel biglietto del '93 tirerebbero in ballo il capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno. E torna in piedi l'ipotesi che Provenzano abbia in qualche modo collaborato all'arresto di Totò Riina
di ALESSANDRA ZINITINel pieno della stagione delle stragi, ai piani alti dei palazzi istituzionali c'era qualcuno che parlava con Massimo Ciancimino e si interessava della situazione giudiziaria di Don Vito, in quel momento detenuto. Il pizzino che sembra confermare quanto dichiarato recentemente da Massimo Ciancimino, in carcere da quasi due mesi per calunnia aggravata e per il rinvenimento di candelotti di esplosivo nel suo giardino, è stato depositato agli atti del processo Mori dal pm Nino Di Matteo insieme ad un migliaio di pagine. Il pizzino, questa volta, sembra autentico. Grafia di Massimo e carta d'epoca, ha stabilito la polizia scientifica. In quell'appunto, rinvenuto solo il 22 aprile scorso in uno sgabuzzino nella disponibilità di Ciancimino finora mai scoperto dalla polizia, Massimo - erano i primi mesi del 1993 - dava al padre indicazioni criptate: "Per papà. Ho visto Giancarlo come da appuntamento: ho posto i tre quesiti ('T', '18 P' e se era possibile prima della Cass. andare a casa). Mi ha detto che fino ad ora non ci sono novità. Restano i vecchi accordi presi con te". E poi ancora: "T non fa niente prima della sentenza P - prosegue - Dichiarazioni dei pentiti (nuovi) su di te non dicono nulla. Le ha lette. Aspetta insediamento del nuovo a Palermo. (E' amico), per sapere notizie dei nuovi assetti. Per quanto riguarda P si preoccupa di interventi esterni e per poterli arginare ha bisogno di parlare con te. Abbiamo stabilito che è il caso che vi incontriate al più presto. Come te lo spiego giorno 12 al colloquio".
Continua ...
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