L'uomo con cui la cantante era stata sposata racconta il loro tormentato rapporto. Intanto il padre, Mitch Winehouse, annuncia di voler creare un centro di rehab in nome di sua figlia. E spunta un pusher che dice di aver accompagnato l'artista, la notte prima della morte, a rifornirsi di droga
LONDRA - Una settimana fa moriva Amy Winehouse. Oggi, l'album Back to Black è tornato al primo posto della classifica in Inghilterra, mentre si continua a cercare la causa della morte della cantante scomparsa a 27 anni. La famiglia ha annunciato l'intenzione di creare un centro di riabilitazione per tossicodipendenti a suo nome. Il padre Mitch, scrive il Times, discuterà di politiche a sostegno dei tossicodipendenti con alcuni membri del governo britannico. Già nei giorni immediatamente successivi alla morte di Amy, l'uomo aveva rivelato la sua intenzione di creare una fondazione per aiutare quanti lottano contro l'abuso di sostanze e non possono permettersi cure private.La famiglia sta aspettando l'esito dei test tossicologici per conoscere la causa del decesso. L'esame autoptico infatti non è stato sufficiente per capire cosa sia successo. Dalle pagine del Daily Mirror un pusher sostiene di aver aiutato la cantante a comprare 1.200 sterline di crack, cocaina e eroina la notte prima del decesso. Tony Azzopardi, questo il nome dell'uomo che sarà interrogato oggi dalla polizia, sostiene di aver accompagnato la cantante a rifornirsi di sostanze nelle prime ore del 23 luglio, lo stesso giorno nel quale è stato ritrovato il suo corpo senza vita. Azzopardi, 56 anni, conosceva Amy tramite il suo ex marito Blake Fielder-Civil e racconta di aver incontrato la cantante vicino al pub The Eagle verso le 23.30 del 22 luglio. Molte persone hanno testimoniato di averla incontrata fuori dal bar The Good Mixer a Camden, quella notte. Azzopardi racconta che Amy gli avrebbe domandato di accompagnarla a comprare droga e che insieme, in taxi, si sarebbero diretti a West Hampstead, dove lui avrebbe chiamato uno spacciatore che poco dopo avrebbe consegnato, nelle mani della cantante, crack e eroina. Poi Amy avrebbe fatto scendere Azzopardi a Archway, a Nord di Londra e avrebbe proseguito per casa sua, dove è stata trovata senza vita il pomeriggio del giorno successivo. Ma secondo la famiglia Winehouse la storia non coincide con i movimenti di Amy.
Continua ...
http://www.repubblica.it/persone/2011/08/01/news/amy_winehouse_parla_il_pusher-19865655/
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