Pesaro 27 ago. (Adnkronos/Ign) - "Le accuse sono certamente gravi: noi vogliamo che si trovi la verità e la chiarezza". Dal Meeting di Rimini prima e da Pesaro in serata, il segretario del Pd Pierluigi Bersanitorna sul caso di Filippo Penati, esponente di spicco del Pd lombardo accusato di corruzione (reato ormai prescritto anche se i pm insistono sulla concussione) per un giro di tangenti intorno all’area ex Falck di Sesto San Giovanni."Penati si è sospeso – ricorda Bersani - è venuto via dalle cariche istituzionali ed è fuori dal gruppo del Pd e quindi adesso farà le sue scelte con i suoi avvocati. Noi teniamo fermo un principio: non parleremo mai di complotti. La magistratura faccia il suo dovere perché per noi sono tutti uguali davanti alla giustizia: i politici, come gli amministratori come gli immigrati".Bersani parla di ''vicenda dolorosa'', su cui non ci devono ''in nessun modo esserre ombre''. ''Ferma restando la presunzione di innocenza, deve venir fuori una regola: si rispetta l'operato della magistratura e non si mettono ostacoli. Il codice etico del Pd prevede che chi è coinvolto in indagini faccia un passo indietro e Penati ne ha fatti tre o quattro: questo gli va riconosciuto".Sul caso però il partito ha convocato per il 5 settembre la commissione di Garanzia per ''difendere il buon nome del partito''. "Il partito dirà la sua -sottolinea Bersani riferendosi al lavoro che è stato affidato alla Cng- alla luce delle valutazioni e delle determinazioni che farà la commissione di garanzia, prevista dallo statuto del partito come organismo preposto". La commissione di garanzia (che Bersani definisce "il nostro tribunale interno") ha "a sua disposizione una gamma di interventi che comprendono anche l'espulsione". Mentre "sull'aspetto giudiziario sarà lui a dover valutare", lasciando intendere chiaramente che un'eventuale rinuncia alla prescrizione è una decisione che deve prendere Penati.
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