ROMA - La riunione di ieri ad Arcore avrà anche stabilito un accordo tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il MInistro delle Riforme Umberto Bossi, ma tale accordo non si estende al resto dei partiti. La dimostrazione c'è al Senato: finora sono stati presentati 1300 emendamenti al decreto legge che contiene la manovra finanziaria; e la maggior parte sono a firma della maggioranza. Il Terzo Polo ne ha presentati meno di 100; Pd ed Idv, messi insieme, non arrivano a 300.
Intanto anche la Ragioneria Generale ha verificato l'impianto delle modifiche decise e hanno calcolato che il buco potrebbe essere persino più ampio di quanto inizialmente previsto: non 4,5 miliardi, ma addirittura 6. Tanto che avanza l'idea di introdurre sin da subito l'aumento dell'Iva di un punto o di un punto e mezzo, per ottenere i 5-6 miliardi che mancano. Resta invece immutata la convinzione che i dati di Bankitalia e dell'Fmi sulla crescita italiana (valutata sotto l'1% nel 2011 e nel 2012) siano troppo pessimisti e che la crescita sarà vicina all'1,1% stabilito dal governo per il 2011 e dell'1,3% per il 2012.
Resta adesso da vedere cosa farà il governo: stasera alle 18 dovrebbe essere presentato al Senato il maxiemendamento con tutte le modifiche stabilite ieri ad Arcore. Dopo di che venerdì o lunedì della settimana prossima il provvedimento dovrebbe sbarcare in aula. E qui è facile immaginare che verrà posta la fiducia, dato il delicato ed instabile equilibrio ottenuto. Un equilibrio che comunque sta destando molta rabbia nella base sia della Lega che del Pdl.
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