Nessuna novità sul rapimento del logista 34enne sequestrato a Nyala, in Darfur, il 14 agosto scorso. Ma arriva l'appello per continuare le ricerche: "Il ministro degli Esteri venga alla Camera a riferire, l'opinione pubblica si mobiliti, tutti facciano sentire la loro voce"
ROMA - Sono passate due settimane dal rapimento di Francesco Azzarà 1, il logista 34enne di Emergency 2sequestrato a Nyala, in Darfur, il 14 agosto scorso, mentre andava all'aeroporto per prendere un collega in arrivo da Khartoum (MAPPA 3). Ma da allora non se ne hanno notizie 4. Dopo un iniziale periodo di riserbo, d'accordo con la famiglia, l'organizzazione medico umanitaria di Gino Strada ha cercato di rinnovare l'attenzione chiedendo ai cittadini, ai media e alle istituzioni italiane di mobilitarsi per la sua liberazione, esponendo la sua foto sui palazzi pubblici. L'immagine di Francesco è stata esposta a Palazzo Vecchio di Firenze 5 e ora il volto del giovane cooperante, originario di Motta San Giovanni, si trova anche su Palazzo Campanella di Reggio Calabria. Come ha ricordato il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico: "Azzarà ha scelto come sua missione nella vita di mettersi a disposizione degli altri. Ci auguriamo, perciò, che i suoi rapitori lo restituiscano presto ai suoi impegni e ai suoi affetti, ai familiari, che aspettano il suo ritorno a casa". VIDEOREPORTAGE 6 - L'ANALISI 7- LE FOTO 8 L'appello per non dimenticare deve arrivare più forte. E' quanto chiede in una nota il deputato del Pd, Franco Laratta: "Da parte del governo nazionale, dell'opinione pubblica e della grande stampa, non c'è il giusto rilievo al caso del rapimento di Francesco Azzarà". "In altri casi - aggiunge - la mobilitazione è stata forte, decisa e decisiva. Il ministro degli Esteri venga alla Camera a riferire, l'opinione pubblica si mobiliti, tutti facciano sentire la loro voce. Il grido deve essere forte e unanime: 'Liberate Francesco' e deve sentirsi forte come un urlo in tutta Italia e in Europa. Francesco lavora per la povera gente, per i bambini, per la gente che viene sottomessa, soffocata, violentata in un teatro di guerra agghiacciante quale è il Darfur".Continua ...
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