ROMA - Sessantamila adesioni in poche ore. Sessantamila cittadini che ci mettono la faccia con nome, cognome, città e professione per affermare che il disegno di legge sulle intercettazioni approvato oggi alla Camera "è incostituzionale, limita fortemente le indagini, vanifica il lavoro di polizia e magistrati, riduce la libertà di stampa e la possibilità di informare i cittadini". Cittadini qualsiasi e, insieme, intellettuali, magistrati, politici, uomini e donne di spettacolo. A cominciare da Roberto Saviano. L'autore di "Gomorra" ha detto: "Sulle intercettazioni ci vuole più rigore: da parte di tutti, procure e giornalisti. Questo è certo. Ma quello che sta avvendendo con questa legge è rischiosissimo: così si cancella un importante strumento per la ricerca della verità". L'appello di Repubblica.it ha un titolo che pone due questioni di pura democrazia: "I giornali hanno il dovere di informare, i cittadini hanno il diritto di sapere". Qualcosa che, con l'entrata in vigore della legge, diventerà più difficile, a volte quasi impossibile. Anche per questo le adesioni crescono rapidamente. Firmano il giurista milanese Guido Rossi e l'avvocato e docente di Diritto Penale, Carlo Federico Grosso, il quale spiega: "Questa legge costituisce una gravissima violazione della libertà di stampa e del diritto/dovere di informare i cittadini su ciò che accade nel corso delle indagini preliminari. Sotto questo profilo è a mio avviso illegittima dal punto di vista costituzionale.
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http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/ddl-sicurezza-6/appello-informazione/appello-informazione.html
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