giovedì 11 giugno 2009

Intercettazioni, via libera della Camera al ddl. Franchi tiratori nel Pd

Roma, 11 giu. (Adnkronos) - Via libera della Camera al ddl sulle intercettazioni. L'aula ha approvato a scrutinio segreto il provvedimento. I voti a favore sono stati 318, i contrari 224. Un solo deputato si e' astenuto. Il testo passa ora al Senato per la definitiva approvazione.
In Aula però c'è stata bagarre subito dopo la lettura del voto. I deputati dell'Idv, che nel corso della discussione avevano aspramente contestato il provvedimento, hanno esposto alcuni cartelli su cui era scritto "liberta di informazione cancellata", "Pdl: proteggiamo delinquenti e ladri", mentre altri agitavano manifesti listati a lutto su cui campeggiava la frase "oggi e' morta la liberta' di informazione uccisa dall'arroganza del potere".
In precedenza, nel corso delle dichiarazioni di voto prima della conta finale, si e' registrato un durissimo intervento del deputato leghista Luciano Dussin che ha attaccato il capogruppo dell'Idv Massimo Donadi, definendolo tra l'altro "servo di Di Pietro", "bugiardo e falso". In un altro passaggio del suo intervento, Dussin ha aggiunto: "non abbiamo nulla da imparare da voi -ha detto rivolgendosi all'Idv- dobbiamo solo imparare a difenderci dalle vostre bugie, ma quando le bugie partono da teste vuote come quella di Donadi andiamo a nozze". Al termine della seduta hanno preso la parola prima il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando e successivamente il vice capogruppo Fabio Evangelisti, che hanno protestato con Gianfranco Fini e, subito dopo, con il presidente di turno Antonio Leone. "Quello di Dussin e' stato un intollerabile attacco personale. Si puo' dissentire e criticare, ma -si e' lamentato Orlando rivolgendosi a Fini- non si puo' ripetutamente definire 'testa vuota' chi siede in questa aula. Non si puo' confondere il dissenso politico con gli insulti personali". "E' discrezione della presidenza -ha replicato Fini- valutare dove termina il confine del diritto di critica e di denunzia e dove inizia il confine che obbliga la presidenza a intervenire per ripristinare il rispetto della correttezza e della buona educazione. Non ho ravvisato alcun elemento che induca la presidenza a richiamare il collega".
Leggi tutto:
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/?id=3.0.3413424673

Nessun commento:

Posta un commento