Wall Street Journal accusa: “Tepco frenò intervento per salvare l’impianto”. Per il governo, “il 60% del disastro ha natura umana”
La centrale di Fukushima sarà disattivata. Lo comunica il portavoce del governo nipponico Yukio Edano, durante una conferenza stampa: ” guardando oggettivamente la situazione, è chiaro quello che bisogna fare”. Spegnere le luci e chiudere il baraccone. Già da diverse ore i tecnici stanno gettando il cemento vetrificante per sigillare i reattori come Chernobyl: l’annuncio governativo si limita quindi all’ovvio.
Meno scontata, però, è stata la dinamica degli interventi post-tsunami. Secondo quanto pubblica oggi il Wall Street Journal, la società di gestione della centrale – la Tepco – ha volontariamente rallentato l’intervento di raffreddamento dei reattori con acqua di mare. Già sabato mattina(cioè il giorno dopo lo tsunami) era chiaro, tra i tecnici, che bisognava usare acqua salata per evitare esplosioni e fughe radioattive. Ma soltanto a sera, su ordine diretto del premier, la società ha iniziato ad operare. Perchè? Il ricorso all’acqua di mare per abbassare la temperatura dei reattori avrebbe danneggiato i reattori, rendendoli poi inutilizzabili – ma avrebbe anche ridotto i rischi di esplosioni e fughe radioattive, puntualmente verificatesi nei giorni successivi.
Tepco ha “esitato perché ha cercato di proteggere i suoi asset”, ha detto al Wsj, Akiera Omoto, ex executive di Tepco e ora componente della Commissione nipponica per l’energia atomica. Un disastro che ha al “60% una natura umana”, secondo un funzionario del governo: “Hanno fallito la risposta iniziale. E’ come se Tepco fosse caduta e avesse perso una moneta da 100 yen mentre cercava di raccoglierne un’altra da 10 yen”.
L’effetto congiunto di calamità naturale e cecità umana è ora visibile sui rilevatori di radioattivitità. Latte e spinaci prodotti nella prefettura di Fukushima e nei distretti vicini sono già stati contaminati, ma la nube è molto più estesa. Tracce di radioattività sono state rilevatein un carico di fave, arrivato a Taiwan dal sud del Giappone. Il luogo di produzione dista 1300 chilometri dalla centrale nucleare, cioè la distanza che separa Lampedusa da Bolzano.
http://www.dirittodicritica.com/2011/03/20/fukushima-radioattivita-tepco-wsj/
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