Partiamo dai dati di fatto, dalle certezze matematiche, le stesse certezze che in manierainequivocabile pongono con le spalle al muro i responsabili dei gravi fatti avvenuti in Campania a riguardo della gestione dei rifiuti. Discarica diChiaiano: nuove perquisizioni e sequestri effettuati dai Carabinieri del Noe nell’ambito di un inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nella gestione dell’impianto. L'asse politico-mafioso-imprenditoriale. Lo stesso asse che comanda e pilota tutta la filiera dei rifiuti in Campania. Un sodalizio criminale che ha goduto per decenni sia di una vasta visibilità, spiattellata e raccontata da tutti i massmedia, sia della protezione dei governi, locali e nazionali. Nessun fatto è sconosciuto e tutte le più autorevoli firme se ne sono occupate: da Saviano, allaCapacchione, alle incursioni di Report e via discorrendo. Cosa ha quindi impedito alle procure e ai tribunali di condannare in via definitiva i tanti nomi politici e imprenditoriali seppur inchiodati da tante e tali prove? A Giugliano è stata sequestrata una immensa discarica di 15.000 metri quadri, abusiva e di proprietà della famiglia Carandente-Tartaglia. Piccoli boss parte di ben altro disegno ampiamente ricostruito dagli inquirenti e poi, puntualmente, insabbiato. Non è affatto difficile ricostruire la geometriapolitico – mafiosa della gestione rifiuti in Campania, basta indagare sulle ditte che gestiscono le cave, gli impianti e la raccolta dei rifiuti. Basta prendere il nome di una qualsiasi azienda per scoprire che tale società rientra in una serie di scatole cinesi tutti riconducibili all'alta dirigenza politica campana e non parlo solo di assessori o governatori o sindaci, anche, di coordinatori regionali di partito o semplicipresidenti di provincia, massimi dirigenti e timonieri. Nel caso dell’inchiesta si è indagato su: la Ibiidrobioimpianti spa (già destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia), la quale gestisce diversi siti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti. Questa azienda oltre ad occuparsi di Chiaiano si occupa anche dell’impianto di Bellolampo a Palermo, della quale si occupa anche l'azienda pubblica palermitana, altra città sepolta dai rifiuti. Altra società colpita dagli inquirenti, la Edilcar sas,subappaltatrice controllata dalla famiglia Carandente-Tartaglia, quella che controlla la cava abusiva di Giugliano e ritenuta vicina al clan Mallardo, vecchia famiglia nata tra gli anni 70\80 e divenuta alleata nella lotta a Cutolo. Secondo gli inquirenti attraverso queste due società i clan camorristici Mallardo e Zagaria controllano le attività connesse al deposito e allo smaltimento dei rifiuti e i relativi appalti. GliZagaria non sono soltanto dei semplici boss, ma, sono dei Capi importanti, con amicizie nell'alta cupola mafiosa siciliana e quella ancor più terrificante,nela Cupola politica con innesti sia nella Confindustriasia nella Finmeccanica attraverso le quali partecipano e vincono appalti e stanziamenti pubblici.
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