sabato 2 aprile 2011

Chiaiano, rifiuti, Affari Interni. Politica funzionante alla mafia

Chiaiano, rifiuti, Affari Interni. Politica funzionante alla mafia

Partiamo dai dati di fatto, dalle certezze matematiche, le stesse certezze che in manierainequivocabile pongono con le spalle al muro i responsabili dei gravi fatti avvenuti in Campania a riguardo della gestione dei rifiuti. Discarica diChiaiano: nuove perquisizioni e sequestri effettuati dai Carabinieri del Noe nell’ambito di un inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nella gestione dell’impianto. L'asse politico-mafioso-imprenditoriale. Lo stesso asse che comanda e pilota tutta la filiera dei rifiuti in Campania. Un sodalizio criminale che ha goduto per decenni sia di una vasta visibilità, spiattellata e raccontata da tutti i massmedia, sia della protezione dei governi, locali e nazionali. Nessun fatto è sconosciuto e tutte le più autorevoli firme se ne sono occupate: da Saviano, allaCapacchione, alle incursioni di Report e via discorrendo. Cosa ha quindi impedito alle procure e ai tribunali di condannare in via definitiva i tanti nomi politici e imprenditoriali seppur inchiodati da tante e tali prove? A Giugliano è stata sequestrata una immensa discarica di 15.000 metri quadri, abusiva e di proprietà della famiglia Carandente-Tartaglia. Piccoli boss parte di ben altro disegno ampiamente ricostruito dagli inquirenti e poi, puntualmente, insabbiato. Non è affatto difficile ricostruire la geometriapolitico – mafiosa della gestione rifiuti in Campania, basta indagare sulle ditte che gestiscono le cave, gli impianti e la raccolta dei rifiuti. Basta prendere il nome di una qualsiasi azienda per scoprire che tale società rientra in una serie di scatole cinesi tutti riconducibili all'alta dirigenza politica campana e non parlo solo di assessori o governatori o sindaci, anche, di coordinatori regionali di partito o semplicipresidenti di provincia, massimi dirigenti e timonieri. Nel caso dell’inchiesta si è indagato su: la Ibiidrobioimpianti spa (già destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia), la quale gestisce diversi siti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti. Questa azienda oltre ad occuparsi di Chiaiano si occupa anche dell’impianto di Bellolampo a Palermo, della quale si occupa anche l'azienda pubblica palermitana, altra città sepolta dai rifiuti. Altra società colpita dagli inquirenti, la Edilcar sas,subappaltatrice controllata dalla famiglia Carandente-Tartaglia, quella che controlla la cava abusiva di Giugliano e ritenuta vicina al clan Mallardo, vecchia famiglia nata tra gli anni 70\80 e divenuta alleata nella lotta a Cutolo. Secondo gli inquirenti attraverso queste due società i clan camorristici Mallardo e Zagaria controllano le attività connesse al deposito e allo smaltimento dei rifiuti e i relativi appalti. GliZagaria non sono soltanto dei semplici boss, ma, sono dei Capi importanti, con amicizie nell'alta cupola mafiosa siciliana e quella ancor più terrificante,nela Cupola politica con innesti sia nella Confindustriasia nella Finmeccanica attraverso le quali partecipano e vincono appalti e stanziamenti pubblici.

Continua ...

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