I finiani si schierano: appoggio ai referendum per cancellare le leggi che hanno votato nel 2008
La legge sul nucleare? Io in aula non c’ero. E se c’ero… Beh l’avrei votata. Per disciplina di partito, per obbligo di maggioranza. Lo dicono gli stessi deputati che oggi non solo invitano i cittadini a partecipare al referendum, ma dichiarano un bel poker di sì alle urne. Lo scopo, abrogare la legge che tre anni fa lor stessi hanno votato, il decreto legge 112 del 25 giugno 2008, convertito nella legge 133 del 6 agosto 2008. In esso, precisamente al comma 1, lettera D dell’articolo 7, si stabilisce che il governo debba redigere il Piano Energetico nazionale che include tra l’altro la costruzione di centrali nucleari.
LIBERALIZZAZIONE ‘PRIVATA’ - Nella stessa legge, all’articolo 23bis, si stabiliscono le norme relative alla gestione dei servizi pubblici di rilievo da parte delle amministrazioni. Questo articolo recepisce le direttive dell’Unione Europea, ma in forma particolarmente restrittiva. Stabilisce infatti che la prestazione del servizio pubblico, ad esempio l’erogazione dell’acqua, deve (e non “può”, come invece è ora) avvenire tramite un privato, una società mista pubblico-privato, oppure una società di capitali interamente pubblica facente capo all’ente di riferimento. In seguito è stato il famoso decreto Ronchi, la legge 166 del 2009, a sancire la preferenza verso la gestione privata, permettendo l’appalto a una società pubblica soltanto in casi eccezionali e tramite un complesso iter burocratico.
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