L'esercito attacca la città ribelle, caos al campo profughi di Raml
Oltre 5.000 palestinesi sono fuggiti dal campo profughi di Raml, a Latakia in Siria bombardata oggi dall’esercito di Damasco. Lo riferisce l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa).
Mentre per il terzo giorno consecutivo la città costiera siriana viene bombardata da terra e da mare, i carri armati dell’ esercito siriano sferrano l’attacco alla città di Homs, teatro di molte manifestazioni contro il regime negli ultimi mesi, entrando, fra fuoco intenso, in varie località alle sue porte fra cui la cittadina di Hula. «La località di Hula è assediata. L’esercito procede a perquisizioni e arresti sotto la copertura di un fuoco intenso», ha dichiarato in un comunicato l’Ong d’opposizione Osservatorio siriano sui diritti umani. Un’altra Ong siriana parla di «un gran numero di carri armati a Hula questa mattina» e di «fuoco di mitragliatrici».
«Tutti gli ingressi a Hula - afferma ancora l’Osservatorio - sono circondati da un gran numero di agenti della sicurezza, che sparano per terrorizzare gli abitanti». Intanto nella città costiera di Latakia, capoluogo della regione a maggioranza alawita da cui proviene il presidente Bashar El Assad e il suo clan e dove l’offensiva del regime è iniziata venerdì, «si spara su qualunque cosa si muova», come afferma un residente contattato dalla Bbc.
Fonti d’opposizione dicono che il bombardamento di Latakia da terra e mare - ieri sono intervenute unità da guerra della marina siriana con i loro cannoni - si intensifica e che almeno 27 persone sono morte mentre cercavano di fuggire dal quartiere di Ramel. Il presidente Assad, intanto, secondo quanto scrive l’agenzia Sana, ha nominato un nuovo governatore per la provincia settentrionale di Aleppo, seconda città del Paese, come aveva già fatto per Homs, Hama e Daraa.
Mentre per il terzo giorno consecutivo la città costiera siriana viene bombardata da terra e da mare, i carri armati dell’ esercito siriano sferrano l’attacco alla città di Homs, teatro di molte manifestazioni contro il regime negli ultimi mesi, entrando, fra fuoco intenso, in varie località alle sue porte fra cui la cittadina di Hula. «La località di Hula è assediata. L’esercito procede a perquisizioni e arresti sotto la copertura di un fuoco intenso», ha dichiarato in un comunicato l’Ong d’opposizione Osservatorio siriano sui diritti umani. Un’altra Ong siriana parla di «un gran numero di carri armati a Hula questa mattina» e di «fuoco di mitragliatrici».
«Tutti gli ingressi a Hula - afferma ancora l’Osservatorio - sono circondati da un gran numero di agenti della sicurezza, che sparano per terrorizzare gli abitanti». Intanto nella città costiera di Latakia, capoluogo della regione a maggioranza alawita da cui proviene il presidente Bashar El Assad e il suo clan e dove l’offensiva del regime è iniziata venerdì, «si spara su qualunque cosa si muova», come afferma un residente contattato dalla Bbc.
Fonti d’opposizione dicono che il bombardamento di Latakia da terra e mare - ieri sono intervenute unità da guerra della marina siriana con i loro cannoni - si intensifica e che almeno 27 persone sono morte mentre cercavano di fuggire dal quartiere di Ramel. Il presidente Assad, intanto, secondo quanto scrive l’agenzia Sana, ha nominato un nuovo governatore per la provincia settentrionale di Aleppo, seconda città del Paese, come aveva già fatto per Homs, Hama e Daraa.
Nessun commento:
Posta un commento