TORINO – Sono 12 le persone finite agli arresti in tutta Italia, 4 di esse in carcere e altre 8 ai domiciliari, nell’ambito della maxioperazione contro il doping effettuata dalla Procura di Torino. L’accusa è quella di traffico di sostanze dopanti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e, oltre ai 12 arresti eseguiti questa mattina, è di oltre un centinaio il numero degli indagati. Coinvolte nelle perquisizioni, inoltre, anche diverse palestre del torinese.
Al centro dell’inchiesta, che non riguarda solo il mondo del ciclismo e delle palestre, ma anche quello del nuoto, del calcio e dell’atletica leggera, ci sarebbe l’acquisto di anabolizzanti all’estero (in particolare in Romania, in Polonia e in Grecia) tramite Internet, poi venduti a sportivi italiani, per lo più a livello dilettantistico. Pare inoltre che in alcuni casi le sostanze illecite siano state addirittura sottratte da strutture ospedaliere in maniera illegale.
Tra gli indagati, inoltre, comparirebbero anche i nomi di diversi volti noti dello sport, come quello di un nuotatore italiano che partecipò alle Olimpiadi di Atlanta 1996, e quello di un calciatore del Legnano, che milita in Prima Categoria. Tra gli arrestati ci sono invece sei ciclisti di una squadra dilettantistica di Pianezza (TO) e due infermieri dell’ospedale Mauriziano di Torino, accusati di aver smerciato sostanze sottratte dalla struttura.
L’operazione dei Nas ha coinvolto anche altre regioni italiane tra Piemonte, Val D’Aosta, Lombardia, Emilia Romagna e Campania. E, dato ancor più preoccupante, l’indagine ha portato alla luce anche casi di doping che coinvolgono giovanissimi, facendo emergere risvolti agghiaccianti: nel registro degli indagati, con l’accusa di ricettazione, è finita anche una madre che forniva anabolizzanti alla figlia 15 enne.
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