Contratti fantasma. Date false. Speculazioni a rischio. Così un imprenditore registra di nascosto gli incontri con Unicredit. E oggi chiede 280 milioni di danni
Derivati, bugie e videotape. Un industriale strangolato dai derivati ha video-registrato di nascosto i suoi incontri con i funzionari di Unicredit che gli hanno fatto firmare quei contratti finanziari ad altissimo rischio. "Mi hanno rovinato. Ho dovuto chiudere l'azienda e licenziare tutti i miei 430 operai", denuncia Francesco Saverio Parisi, titolare di Divania, una fabbrica di divani che prima del 2003 era una delle prime industrie esportatrici della Puglia, con 65 milioni di euro di fatturato. "Ci ho messo un anno a capire come i banchieri hanno distrutto la mia impresa. Ora li ho denunciati, per truffa e usura, e li ho citati a giudizio davanti al tribunale civile. Come tutte le vittime dei derivati, posso sembrare Davide che sfida Golia. Ma invece della fionda ho la telecamera". La causa civile è tanto pesante che il colosso del credito ha dovuto avvisare tutti i risparmiatori: "Divania ha chiesto la condanna di Unicredit al pagamento di 276 milioni di euro più gli interessi", spiega la banca nel prospetto informativo della fusione con Capitalia. Unicredit avverte di "non avere effettuato, per ora, alcun accantonamento", perché la citazione è "recente" e comunque "sproporzionata": la perdita netta per Divania, secondo la banca, non supera i 20 milioni. E gli altri danni sono tutti da provare. Toccherà ai giudici misurare torti e ragioni. Ma di certo prima d'ora non si era mai visto un cliente che cerca di incastrare la banca con due video, per documentare 'in diretta' i veri rapporti di forza sulla spinosa questione dei derivati. Cioè quelle 'scommesse' finanziarie per cui la Consob ha appena inflitto clamorose multe a tutto il vertice di Unicredit.
Continua ...
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