"La Rai querelera' per diffamazione, in sede penale e civile, il quotidiano Libero, con una richiesta di un consistente risarcimento danni". Lo ha annunciato il direttore generale, Claudio Cappon.
Questa la reazione della Rai al documento, pubblicato oggi dal quotidiano diretto da Vittorio Feltri, che contiene un presunto organigramma completo di circa 650 dirigenti Rai, che sarebbero schedati in base all'appartenenza politica. Inoltre l'azienda, ha sottolineato Cappon, presentera' "ricorso al garante della privacy perche' venga bloccata la diffusione o l'ulteriore trattamento dei dati" contenuti nel documento e "mettera' a disposizione in via gratuita l'Ufficio Legale per tutti coloro che volessero tutelare i propri diritti e si ritenessero personalmente danneggiati". Il dg, ha escluso che "in Rai esista alcun documento di questo tipo o alcuna schedatura in base alle appartenenze politiche. Basta giocare sulla pelle della Rai partite che non hanno nulla a che fare con la Rai". Il presidente Claudio Petruccioli, ha definito l'iniziativa di Libero "una falsita' totale e una vergognosa calunnia: dentro quest'azienda non esistono documenti di questo genere ne' ufficiosi, ne' ufficiali e del resto non potrebbero esistere. E comunque se esistessero gli amministratori o chi ne facesse uso sarebbero passibili di misure penali".Feltri: ci difenderemo "Se ci quereleranno ci difenderemo". E' la risposta del direttore di "Libero" Vittorio Feltri. "Non so se ci quereleranno ma nel caso non capirei a cosa potrebbero appigliarsi. Abbiamo pubblicato un documento che viene dalla Rai, non l'abbiamo costruito in redazione, come e' di tutta evidenza".
"Ho letto dalla agenzie che ci chiedono di svelare chi ci abbia consegnato il documento" ha aggiunto il direttore di "Libero". "Mi sembra stravagante che un giornalista come Petruccioli, che e' stato direttore dell'Unita' e quindi credo sia giornalista, chieda a un collega di rivelare la sua fonte. Quando ci siamo iscritti all'Ordine abbiamo accettato il principio in base al quale esiste il segreto professionale che va mantenuto".
"Mi impegno a rivelare la fonte solo davanti al giudice, cosi' ci faremo quattro risate. C'e' un documento non vedo con quale faccia lo possano sminuire. E' un documento della Rai, dove possiamo averlo preso alla Rinascente, all'Upim, al supermercato? Il nome di chi l'ha dato non lo facciamo. Se si andra' a giudizio magari lo faremo, vedremo. Non mi sembra il caso che la Rai si scandalizzi, semmai devono farlo i lettori di Libero".
Feltri ha concluso ricordando che "gia' qualche anno fa pubblicammo un'inchiesta sulla Rai e ricevemmo circa 50 minacce di querela: non ne arrivò neanche una. Adesso vediamo, se ci quereleranno ci difenderemo".
Reazione spropositata"La reazione del vertice Rai alla pubblicazione da parte di 'Libero' di un elenco di dirigenti e giornalisti suddivisi per appartenenza politica appare francamente spropositata. Ammettiamo pure che il documento sia falso, chi puo' garantire che ne sia falso anche il contenuto?". Lo afferma il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi. "Non con le querele ma con il rispetto del diritto del cittadino-utente-contribuente a ricevere un'informazione corretta ed imparziale si tutela -conclude Landolfi- la credibilita' e l'autorevolezza della Rai".
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