La notizia dell’esecuzione brutale del nostro connazionale è in tutte le testate internazionali.
Nicole Johnston su AlJazeeralo ricorda in modo affettuoso, con la pipa in bocca, come un saggio capitano di nave. Voleva portargli del tabacco questo week end, prima che lui tornasse in Italia. Ora continuerà a girare per Gazadi notte con una torcia, perché le strade non sono illuminate. Spera di essere al sicuro ed è certa che anche Vittorio, avrebbe voluto che le strade di Gaza fossero sicure, anche se per lui non lo sono state.
PACIFISTA E BLOGGER – Le Monde ricorda l’assassinio Arrigoni come quello di un militante pro-palestinese a Gaza e parla di “sindrome libanese”. E poi Der Spiegel, El Pais. IlGuardian lo definisce “un pacifista e un blogger.” Tutti ne parlano con rispetto, e viene tristezza vedere come invece in Italia oggi la morte di una persona rapita da un gruppo terroristico abbia peso diverso a seconda delle valutazioni politiche.
VEGLIA - Il New York Times racconta i particolari macabri della sua esecuzione e poi lo ricorda nelle parole dei suoi amici. Ricorda il luogo di nascita, Bulciago, che risulta di certo subito caro agli americani i quali amano il Lago di Como (Bulciago è un comune in provincia diLecco). Parla di un ragazzo rapito il giorno prima di tornare a casa (non ha senso, ma per qualche motivo fa molta più impressione sapere che il giorno dopo sarebbe tornato in Italia). Parla di Luigi Ripamonti, vicesindaco di Bulciago, che, intervistato, ricorda che Vittorio era stato un attivista fin da piccolo e che aveva lavorato nell’Europa dell’Est e in Africa prima di abbracciare la causa palestinese. Cita una frase di Vittorio che dice “non credo nei confini, nelle barriere, nelle barriere. Penso che tutti apparteniamo alla stessa famiglia, la famiglia umana.” Anche a Bulciago la pensano così. Indipendentemente dalla fazione politica a cui appartengono, stasera gli abitanti di Bulciago faranno una veglia per Vittorio.
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