Washington, 15 apr. (Adnkronos) - Da un lato miliardi di dollari in aiuti militari e campagne antiterrorismo, dall'altro il sostegno ai movimenti per la democrazia. L'atteggiamento contraddittorio degli Stati Uniti nei confronti degli Stati autoritari, teatro delle rivolte degli ultimi mesi, viene rivelato dal 'New York Times', che mette in luce il ruolo che alcune associazioni americane, finanziate da Washington, hanno avuto nell'addestrare e finanziare alcuni dei movomenti e dei leader della 'Primavera araba'.
soldi spesi nei programmi di aiuto alla democrazia sono ben poca cosa, fa notare il 'NYT', rispetto ai miliardi di dollari elargiti dal Pentagono a quegli stessi regimi che, come nel caso dell'Egitto, sono poi caduti sotto i colpi delle proteste, per lo più pacifiche, ispirate da gruppi come l'International Republican Institute, il National Democratic Institute e la Freedom House.
I primi due sono associati, ripettivamente, al Partito Repubblicano e a quello Democratico. Sono stati creati dal Congresso Usa e finanziati attraverso il National Endowment for Democracy, il Fondo creato nel 1983 per promuovere la democrazia nei Paesi in via di sviluppo. Freedom House, invece, riceve il grosso dei propri finanziamenti direttamente dal Dipartimento di Stato.
A beneficiare dell'addestramento e dei finanziamenti di queste associazioni, come confermato attraverso alcune interviste e da alcuni 'cable' diplomatici ottenuti tramite Wikileaks, sono stati movimenti come quello del '6 aprile' in Egitto, il Centro per i diritti umani del Bahrein e attivisti come la yemenita Entsar Qadhi.
"Non abbiamo finanziato le proteste, ma abbiamo aiutato i loro esponenti a sviluppare le capacità aggregative e le loro reti di contatti - spiega Stephen McInerney, direttore esecutivo del Project on Middle East Democracy di Washington - l'addestramento ricevuto ha poi sicuramente giocato un ruolo in quanto è accaduto, ma si è trattato della loro rivoluzione, non l'abbiamo iniziata noi".
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