Il duello tra la vicepresidente e il capogruppo
I fatti sono cristallizzati nel resoconto stenografico della Camera. Mercoledì sera, prima del voto finale, prende per ultimo la parola Cicchitto che ritorna ai tempi di tangentopoli e conclude: «Noi non ci faremo processare nelle piazze», parafrasando una espressione usata da Aldo Moro. E dai banchi del Pd si leva il coro («P2, P2, P2...») riferito al passato di Cicchitto. A quel punto l'avvocato barese Francesco Paolo Sisto (Pdl) prende la parola e dice, rivolto alla Bindi: «Signori, il Vicepresidente della Camera non dà l'esempio di terzietà». Dalle scale Rosy Bindi si sposta al banco della presidenza perché è il suo turno. Ma non resiste alla tentazione di rispondere a Sisto: «Avrei preferito svolgere il mio breve intervento a titolo personale dal mio posto che occupo qui come parlamentare. Non siamo riusciti a trovare nessun vicepresidente che potesse sostituirmi... quindi lo faccio qui... Per il contenuto delle mie parole leggo su Wikipedia alla voce Fabrizio Cicchitto: "Dopo essersi iscritto, fascicolo numero 945, tessera 2.232, data di iniziazione 12 dicembre 1980, alla loggia massonica P2, venne estromesso dal Psi. Riammesso nell'ottobre del 1987 da Bettino Craxi, seppure in ruoli marginali, ha poi adottato le posizioni di segretario del Psi fino alla dissoluzione del partito a causa delle inchieste di Mani Pulite". Ho gridato la verità, onorevole Sisto... "P2, P2...". Certo, se a me gridassero "Azione cattolica, Azione cattolica", non mi offenderei...».
In aula, Denis Verdini aveva chiesto alla Bindi di fare un passo indietro. Ieri, poi, Margherita Boniver (Pdl) ha detto che la lunga spiegazione della Bindi non può placare lo sdegno e l'imbarazzo del Pdl: «Dato che negli anni '80, l'iscrizione a una loggia massonica non ha mai né poteva avere rilevanza penale, invito la Bindi a smetterla...». Lei, la vicepresidente della Camera, non ha voluto replicare: «Ripeto, ho parlato a titolo personale».
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