Nel giorno in cui il dl approda in commissione Bilancio al Senato, il sindacato annuncia la mobilitazione per il prossimo 6 settembre. Il segretario Pd presenta i dieci punti della "contromanovra". Tensioni nella maggioranza, Alfano incontra i "frondisti" del Pdl.
ROMA - Primi passi oggi della manovra al Senato e la Cgil proclama lo sciopero generale di otto ore per martedì 6 settembre. Intanto resta sempre tesa l'aria all'interno del Pdl: alla riunione di domani tra Angelino Alfano e direttivi dei gruppi parlamentari di Camera e Senato sugli emendamenti alla finanziaria bis il partito si presenterà in ordine sparso, mentre ieri sera a cena si sono visti l'ex Guardasigilli e Guido Crosetto, uno dei leader 'frondisti'. Esorta a rispettare i tempi e a non toccare i saldi globali della manovra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: "Ora la parola passa al Parlamento con un'avvertenza precisa: che bisogna rispettare tempi rapidi per l'approvazione e i saldi globali della manovra che non possono essere toccati". Nel giorno in cui la manovra approda in commissione Bilancio al Senato,mette dei paletti al confronto parlamentare e alle possibilità di modificare il provvedimento. Se ci saranno ritardi per la manovra, la colpa non sarà del Pd. Lo sostiene Pier Luigi Bersani in conferenza stampa: "Saremo pronti per venerdì con i nostri emendamenti alla manovra 1. Non so se governo e maggioranza lo saranno. Ma questa è la nostra responsabilità, siamo pronti a discutere in Parlamento. Se ci saranno rinvii saranno rinvii loro. Questa manovra è un torta a strati indigeribile". Il segretario del Pd, poi, ha ribadito che, sulla crisi, il governo continua a non dire la verità: "Il presidente della Repubblica nel suo messaggio, che noi rispettiamo e rileggiamo, ha parlato di deficit di verità. Io rivendico: il Pd ha sempre detto la verità, anche quando andava contro corrente, mentre ancora oggi purtroppo il governo non dice la verità''. Bersani, poi, si dice d'accordo sul pagamento dell'Ici per i beni della Chiesa a uso commerciale: "Il principio che noi seguiamo prevede l'esenzione per tutte quelle risorse collegate alla missione della Chiesa, mentre deve essere sottoponibile a tassazione tutto quello che ha un fine commerciale. Dopo di che - dice Bersani - la singola casistitca va verificata, ma il principio è questo e io credo che la Chiesa sia disponibile" a collaborare. E sull'Iva ha aggiunto: il "dibattito sull'Iva è kafkiano" perché "Tremonti se l'è già mangiata l'Iva". Il leader del Pd, che ha anche sottolineato il caos che regna all'interno della maggioranza, ha concluso: "Non si pensi di coprire il buco di bilancio mangiando le pensioni. Noi non siamo d'accordo".Continua ...
Nessun commento:
Posta un commento