A dare la notizia dei risultati tossicologici è stato l'ex portavoce dell'artista scomparsa il 23 luglio. Minime le tracce di alcol. Smentite le voci diffuse dai tabloid. Inaugurato a Camden Town un ritratto della cantante fatto dall'artista svedese Johan Andersson.
LONDRA - Non c'erano sono tracce significative di alcol né di droga nel corpo di Amy Winehouse, morta nella sua casa di Londra a Camden Square un mese fa, il 23 luglio. Gli esami tossicologici eseguiti sui campioni organici prelevati dalla salma hanno escluso la presenza di sostanze illegali nell'organismo dell'artista al momento del decesso. Nei giorni successivi alla sua morte i tabloid britannici avevano seguito diverse piste, parlando di crack, di alcol, di ecstasy, di vita difficile tra riabilitazioni e ricadute. Poi aveva addirittura preso piede la teoria che a uccidere l'autrice di Rehab fosse stata una violenta crisi di astinenza. La famiglia aspettava l'esito dei test 1tossicologici: l'esame autoptico infatti non era stato sufficiente a capire cosa fosse successo. FOTO L'ultimo saluto a Amy Winehouse 2 VIDEO Duetto postumo con Tony Bennett 3 A dare la notizia dei risultati dell'autopsia è stato oggi il suo ex portavoce che, in un comunicato, ha precisato come le analisi abbiano rilevato tracce di alcol, ma non in misura tale da poter stabilire se e fino a che punto abbia influito sulla morte. Sin dall'inizio gli inquirenti avevano messo in guardia sulla fondatezza delle indiscrezioni sull'overdose di droghe e psicofarmaci. Qualche giorno dopo la scomparsa di Amy Winehouse, dalle pagine del Daily Mirror un pusher aveva detto di aver aiutato la cantante a comprare 1.200 sterline di crack, cocaina e eroina la notte prima del decesso. Tony Azzopardi - questo il nome dell'uomo poi interrogato dalla polizia - sosteneva di aver accompagnato la cantante a rifornirsi di sostanze nelle prime ore del 23 luglio, lo stesso giorno nel quale è stato ritrovato il suo corpo senza vita.Continua ...
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