Da Bruxelles l’ipotesi di una riunione d’urgenza dei leader.
TRIPOLI – Ore decisive per la Libia: praticamente caduta la roccaforte di Tripoli, il regime di Muammar Gheddafi è ormai segnato. I ribelli si sono aperti la strada in ogni angolo della capitale, facendo irruzione nel cuore della città, dove sono stati accolti dai cori di approvazione della folla che aspetta la fine dei 42 anni al potere del rais. Sull’euforia degli insorti che sono sempre più vicini al loro traguardo continua però a pesare un grosso punto interrogativo. Nonostante le vittorie riportate, i ribelli controllano ormai, a loro dire, il 90 per cento della città, nessuno, infatti, sa dove si trovi Gheddafi. Proprio sulla sorte del rais si accavallano le voci più disparate. Stando a fonti diplomatiche che avevano avuto occasione d’incontrare ancora di recente il colonnello, questi sarebbe ancora a Tripoli, e “potrebbe” nascondersi nella sua residenza-bunker di Bab al-Aziziyah, intorno alla quale non a caso si continua a combattere. Informazione, questa, confermata dal Pentagono, secondo cui il rais non sarebbe fuggito ma si troverebbe ancora nel Paese. Intanto Bruxelles sta pensando alla possibilità di convocare una riunione d’urgenza dei leder per definire la situazione a livello comunitario, mentre la Nato dal canto suo ha fatto sapere che le operazioni militari proseguiranno finchè tutti i lealisti non si saranno arresi. Appare peraltro soltanto una questione di tempo: l’emittente satellitare Al-Jazira, infatti, ha annunciato che lo stesso premier al-Baghdadi Ali al-Mahmoudi e il responsabile della radio-televisione di Stato, Abdallah Mansour, sarebbero fuggiti all’estero e, come diversi ex gerarchi prima di loro, sarebbero riparati in Tunisia, sull’isola di Gerba. Intanto il premier dei ribelli, Jibril, ha iniziato a muoversi per vie diplomatiche: mercoledì sarà a Parigi da Sarkozy e, come ha annunciato il premier Berlusconi, nei prossimi giorni in Italia.Continua ...
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