Altre foto e registrazioni audio consegnate oggi ai magistrati baresi.
Domenica di ballottaggio comunale e di referendum. Il Papa è a San Giovanni Rotondo, per Padre Pio, e anche i rappresentanti delle istituzioni locali hanno fatto penitenza. Ma, intanto, l’inchiesta sul giro di prostitute d’alto bordo, sulle «ragazze-immagine» in trasferta a Roma e in Sardegna, per i festini di Silvio Berlusconi, riserva nuove sorprese.
Non c’è solo l’episodio del 4 novembre scorso, di Patrizia e delle sue colleghe Barbara e Lucia al centro delle indagini del pm Pino Scelsi. Ma anche in altre occasioni l’imprenditore Gianpaolo Tarantini avrebbe procurato ragazze per farle incontrare col premier. Davvero mai come in questo caso le intercettazioni telefoniche, attivate per una inchiesta sulla malasanità, hanno portato gli inquirenti e gli investigatori a incappare su storie molto private. E anche pubbliche. All’attenzione degli inquirenti, le attività di Tarantini, e i suoi rapporti bipartisan coi politici locali. Nei giorni scorsi era filtrata l’indiscrezione che nel giro delle «ragazze-immagine» gestite da Tarantini fosse incappato anche il vicepresidente della Regione Puglia, l’assessore all’Industria Sandro Frisullo (Pd).
Secondo altre indiscrezioni, vi sarebbe un episodio che ha incuriosito gli investigatori. Si tratta di una cena elettorale del Pd, finanziata da Tarantini e organizzata da Frisullo. Sarebbe avvenuta nel marzo del 2008 al ristorante «La Pignata» di Bari. Una novantina di invitati, imprenditori del settore farmaceutico, per conoscere i candidati del Pd. Ospite d’onore Massimo D’Alema (che non avrebbe mai avuto rapporti con Tarantini).
Induzione alla prostituzione, il filone che coinvolge Silvio Berlusconi, l’«utilizzatore finale», per dirla con la battuta infelice del suo legale Niccolò Ghedini, delle donne procurate da Tarantini. Gli inquirenti baresi non nascondono la loro «preoccupazione» per avere verificato che, «durante le feste, l’accesso a Palazzo Grazioli è incontrollato».
Se si trattasse di un privato cittadino, non sarebbe un problema. Ma trattandosi della residenza del presidente del Consiglio, ed essendo diventata, Palazzo Grazioli, anche sede di incontri istituzionali, come per Villa Certosa e gli scatti rubati di Antonello Zappadu, si pone un problema di sicurezza e degli apparati che dovrebbero garantirla.
Patrizia, Barbara, Lucia, nelle loro deposizioni hanno confermato di essere entrate a Palazzo Grazioli senza nessun controllo. Nessun metal detector o ispezione all’ingresso, per capirci. Tanto è vero, e questo rappresenta un’ulteriore conferma della solidità del racconto di Patrizia D’Addario, che la notte di «Obama for President», lei, la candidata che ha raccolto soltanto due preferenze alle comunali, ma anche l’amica Barbara, riuscirono a scattare diverse fotografie (Patrizia anche a registrare le conversazioni con Berlusconi).
Continua ...
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