Industrie chimiche, discariche, centrali: non sempre il nesso fra tassi di mortalità aumentati e sito tossico è provato, ma dal progetto "Sentieri" dell'Istituto superiore di sanità emerge una mappa dei territori dove la salute dei cittadini è più a rischio
ROMA - Gli italiani che vivono nelle vicinanze di siti contaminati hanno un profilo di mortalità diverso da quello di chi vive a pochi chilometri da essi. Inoltre, il tasso di mortalità di questi cittadini è superiore rispetto alla media regionale anche se non sempre è provato il nesso di causa-effetto fra il sito inquinato e il decesso. Sono alcuni dei drammatici risultati a cui è giunto il progetto "Sentieri" - acronimo di Studio epidemiologico nazionale territori e insediamenti esposti a rischio da inquinamento - e che sono stati presentati nel corso del convegno "Ambiente e salute", in corso da tre giorni all'Istituto superiore di sanità.
Il progetto, coordinato dall'Iss tra il 2007 e il 2010 nell'ambito di un programma promosso dal ministero della Salute, è stato realizzato in collaborazione con il Centro europeo ambiente e salute dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario regionale del Lazio, il Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa e l'università La Sapienza di Roma.
"Sentieri" ha valutato la mortalità della popolazione residente in 44 siti di interesse nazionale per le bonifiche in un periodo di otto anni. Lo studio ha riguardato circa 6 milioni di cittadini, residenti in 298 comuni ed ha preso in considerazione 63 cause di morte, tumorali e non - tra queste ultime, malattie respiratorie, circolatorie, neurologiche e renali - potenzialmente associate al fatto di abitare in prossimità di poli chimici, petrolchimici, raffinerie, stabilimenti siderurgici, centrali elettriche, miniere e cave, aree portuali, siti di smaltimento dei rifiuti ed inceneritori.
L'indagine ha quindi preso in considerazione circa 400.000 decessi relativi a una popolazione complessiva di circa 5 mlioni e mezzo di abitanti. Le situazioni analizzate sono molto diverse tra loro per concentrazione abitativa, caratteristiche della contaminazione ambientale, presenza di specifici poli produttivi ed altre fonti di inquinamento, avanzamento degli interventi di bonifica e risanamento industriale. Anche il quadro di mortalità è diversificato, ma quella osservata per tutte le cause e per tutti i tumori supera quella media regionale rispettivamente in 24 e in 28 siti.
In alcuni casi, il nesso causale è stato dimostrato con basi scientifiche. Secondo "Sentieri", è quanto accaduto, ad esempio, in territori come quelli di Casale Monferrato, Broni e Biancavilla dove l'aumento della mortalità per mesotelioma pleurico è collegato alla presenza di amianto o di altre fibre asbestiformi.
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