Gray protestava contro i tagli di Obama. Arrestato per raduno non autorizzato, ammanettato davanti ai fotografi e rinchiuso in cella per sette ore: il sindaco di Washington Vincent Gray è il volto della protesta contro i tagli al bilancio pubblico concordati fra il presidente americano Barack Obama e i leader repubblicani del Congresso. Tutto è iniziato lunedì, quando Gray ha letto sul Washington Post la ricostruzione della genesi del patto che ha evitato venerdì notte la serrata del governo federale. Il fulcro dell’articolo era nella frase detta da Obama a John Boehner, presidente della Camera: «Taglierò i fondi all’aborto a Washington ma tu rinuncerai a ridurre quelli ai programmi federali per la pianificazione famigliare». Il democratico Gray ha tratto la conclusione che era stato il suo bilancio la vittima sacrificale dell’intesa ed è andato su tutte le furie, ha riunito una dozzina di politici locali e assieme a duecento sostenitori ha marciato su Capitol Hill, fermandosi davanti all’Hart Office Building del Senato con il risultato di bloccare il traffico su Constitution Avenue. L’intervento del corpo di polizia che garantisce la sicurezza del Congresso è stato immediato. Gli agenti lo hanno riconosciuto, avvicinato e gli hanno chiesto di «liberare la strada» per consentire la ripresa del traffico. Ma Gray, eletto lo scorso anno, non ha voluto sentire ragioni, ha continuato a gridare che «Washington non può essere vittima di accordi altrui» e attorno a lui decine di sostenitori hanno alzato cartelli con la scritta «No Taxation Without Representation» evocando la rivolta che diede inizio alla rivoluzione americana. A quel punto sono scattate le manette, per Gray ed altre 41 persone riconosciute colpevoli di «manifestazione non autorizzata» in uno dei luoghi più protetti degli Stati Uniti. Portati via su mezzi della «Capitol Police», gli arrestati hanno passato sette ore in cella prima di essere rilasciati (per una cauzione di 50 dollari) ed ora dovranno scegliere se pagare una multa ammettendo la violazione compiuta oppure andare in tribunale ed affrontare il processo. Gray al momento non svela le proprie intenzioni ma se dovesse scegliere la causa legale potrebbe innescare un corto circuito istituzionale perché i procuratori della città di Washington dipendono da Irvin Nathan, che lui stesso ha nominato titolare della Giustizia. Continua ... http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/finestrasullamerica/grubrica.asp?ID_blog=43&ID_articolo=2016&ID_sezione=58&sezione=
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