Tra le vittime ci sarebbe anche un minorenne. L'agenzia ufficiale parla anche di tre poliziotti feriti.
Damasco, 17 giu. (TMNews) - Le forze di sicurezza siriane hanno aperto il fuoco contro migliaia di manifestanti che protestavano contro il regime in varie città del Paese, provocando almeno diciannove morti secondo i militanti.
Tra le vittime, ha denunciato l'attivista Malath Aumran, che fa parte del gruppo dell'opposizione Comitati locali per il coordinamento della Siria, ci sarebbe anche un 13enne, Anas Al-Hariri di Dael, ucciso nel sud del Paese. Il presidente dell'Osservatorio siriano dei diritti umani Rami Abdel Rahmane, raggiunto al telefono a Londra, da parte sua ha fatto riferimento di un numero indeterminato di "vittime" fra i manifestanti a Baniyas, nell'ovest del Paese. I dimostranti hanno lanciato "slogan ostili al regime e di solidarietà con le città assediate dall'esercito", ha proseguito Rahmane.
Da parte sua, il militante Abdallah al Khalil ha affermato che circa 2.500 persone hanno sfilato a Tabqa (nord). Il militante Hassan Berro ha da parte sua spiegato che cortei hanno richiamato oltre 3mila manifestanti ad Amouda (nord), che hanno rivendicato libertà, democrazia e riconoscimento costituzionale del popolo curdo, 4mila a Qamishli (nordovest) e 1.500 a Ras el-Ayn (nordovest).
L'agenzia ufficiale siriana Sana ha parlato invece di "tre poliziotti feriti" da parte di "uomini armati" nel quartiere di Qabune a Damasco, mentre "altri" sono stati feriti a Homs. Ha d'altra parte menzionato "raduni" - cosa rarissima per l'agenzia siriana - in molte città, tra cui Damasco, Hama e Deir Ezzor. Centinaia di dimostranti sono stati inoltre dispersi con la forza a Sweidat, città meridionale, mentre raduni ci sono stati anche nella regione Damasco, Daraa (sud), Jableh (ovest), nella città di Sarakeb (nordovest), Rastan (centro), Ksayr (centro), Maarat el Naaman (ovest), Talbisseh (centro), Lattachia (ovest) e Mayadine (est).
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