L'ipotesi allo studio del Cavaliere: un nuovo condono sui capitali illegamente all'estero, tassati tra il 7 e il 10 percento. Una misura che può garantire fino a 10 miliardi di introito. Ma Tremonti non è stato consultato. Pressing sul Senatur per intervenire sulle pensionidi CARMELO LOPAPA
ROMA - Sogna il colpaccio, il Cavaliere. Adesso un maxi condono nuovo di zecca sui capitali (ancora illegali) all'estero, per incassare tra i 7 e i 10 miliardi ed evitare così di "mettere le mani in tasca agli italiani col contributo di solidarietà: vedrete che riuscirò a spuntarla". È il pallino che un Silvio Berlusconi chino sui dossier economici, ad Arcore, ripete ai capigruppo Pdl e ai più stretti collaboratori sentiti in una giornata per il resto trascorsa tra una seduta di ginnastica e un pranzo dietetico.Ore tribolate di altalena in Borsa, di spread tra titoli di Stato e Bund tedeschi risalito a 272 punti, di rapporti ormai ridotti al lumicino col ministro dell'Economia. Il presidente del Consiglio sogna di passare agli annali come il salvatore della Patria, anche a costo di ricorrere alla finanza creativa fino a poco tempo prerogativa proprio di Giulio Tremonti.
Perché ha quel sapore lì la trovata ultima dello scudo-bis sui capitali all'estero, tramontata già l'ipotesi di ritassare i 97 milioni rientrati nel 2009. Allora, nelle casse dello Stato finirono appena 5 miliardi. "Ma un nuovo intervento su quegli stessi capitali "scudati" sarebbe stato illegittimo" spiega il vicecapogruppo Pdl Massimo Corsaro. Ecco allora il nuovo coniglio dal cilindro del premier, frutto dei suoi personalissimi contatti con esperti di economia e che prende spunto dalle stime di Bankitalia.
Misura che nasce sulla scia della tassazione delle transazioni finanziarie proposta dal due Merkel-Sarkozy e che farebbe leva - spiega chi ci sta lavorando - sull'esistenza di circa 150 miliardi di capitali (illegali) all'estero, tra depositi e titoli. La tassazione per garantire un nuovo scudo e il rientro in Italia, questa volta non sarebbe limitata al 5 per cento ma sarebbe elevata al 7-10 per cento (all'estero è al 20-30). Quanto basterebbe per garantire - nelle più rosee previsioni berlusconiane - un rientro di quasi dieci miliardi di euro. Altri cinque, si calcola, dall'aumento di un punto percentuale dell'Iva.
Il fatto è che tutto questo viene discusso e calcolato dal premier senza il minimo coinvolgimento di Giulio Tremonti. Il ministro si è ritirato nel "suo" Cadore, dove oggi festeggerà il compleanno e dove incontrerà gli amici Bossi e Calderoli. In pochi, tra colleghi di governo, sono pronti a scommettere su una telefonata di auguri da parte del Cavaliere.
Il ministro dell'Economia, racconta chi ha parlato con lui in queste ore, resta più che scettico rispetto alle proposte di modifica della manovra allo studio di Palazzo Chigi. Sullo scudo bis, ad esempio, la stima sull'introito sarebbe approssimativa e nell'immediato "poco spendibile" in sede Ue. Figurarsi introdurlo per cancellare il contributo di solidarietà per i redditi oltre i 90 mila euro, come conta di fare il premier.
Gelo e silenzio, ad ogni modo. Il ministro dell'Economia si è ripromesso di evitare qualsiasi esternazione. Si concentrerà piuttosto sull'obiettivo di convincere oggi Bossi dell'opportunità di intervenire sulle pensioni, nonostante le barricate del Senatur. Berlusconi scommette piuttosto sulla rottura dell'asse Bossi-Tremonti, temendo un riallineamento dei due che rischierebbe di metterlo in difficoltà alla ripresa dei lavori parlamentari.
Ad ogni modo, il presidente del Consiglio ormai va per la sua strada. Ha delegato ad Angelino Alfano il compito di mettere a punto il pacchetto di modifiche al decreto. Il segretario adesso è all'estero, ma al rientro già lunedì 22 dovrebbe incontrare i "frondisti" del Pdl in rotta su più punti. Su questa partita e sulla quadra finale il neo segretario mette di già sulla bilancia la tenuta della sua leadership.
In cantiere, Tfr da spalmare nelle buste paghe, liberalizzazione degli ordini professionali, privatizzazioni, cancellazione delle Province sotto i 300 mila (ma col mantenimento delle Prefetture), revisione dei tagli ai Comuni per venire incontro agli amministratori Pdl in rivolta. Ma soprattutto, introduzione del quoziente familiare per ridurre l'impatto del contributo di solidarietà, se la misura dovesse restare. Ritocchi tali da "stravolgere" la manovra, agli occhi di Tremonti, che non perde occasione per ricordare come l'Ue abbia approvato il testo e i conti usciti dal Consiglio dei ministri.
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