I direttori dei due quotidiani di fede berlusconiana arrivano agli insulti negli studi di La7. L'appello del responsabile di Libero a "non violare il patto anti-tasse e tornare il Cav di una volta". La risposta di quello del Giornale: "Dipietrista". Ma tutti e due danno la colpa a Tremonti e Legadi CARMINE SAVIANO
Un match. Senza esclusione di colpi. Il ring è lo studio di "In Onda", programma di La7 condotto da Luca Telese. Negli angoli i direttori dei due quotidiani più vicini a Silvio Berlusconi, Alessandro Sallusti de Il Giornale e Maurizio Belpietro di Libero. Materia del contendere, nella puntata di ieri sera, la manovra economica e il futuro del premier. L'atmosfera si scalda subito. Sallusti: "Sembri un bersaniano, anzi un dipietrista". Belpietro: "Allora lo è anche il tuo vicedirettore, Nicola Porro". Ancora Sallusti: "Sei peggio di Bocchino, non mi fai parlare". Replica: "Il Cavaliere aveva promesso di non imporre nuove tasse". Le scintille si trasformano in una discussione rovente. Dalle provincie ai privilegi della casta. Divisi su tutto. A manifestare il terremoto che scuote il centrodestra.
L'abolizione delle provincie. Inizia tutto quando i due commentano le misure contenute nella manovra riguardo l'abolizione e l'accorpamento delle provincie. Sallusti, più filogovernativo, prende tempo: "Non sappiamo ancora quali effetti produrrà questo provvedimento". Poi la stoccata: "Ma noi rispetto a Libero siamo più responsabili. Cavalcando l'onda anticasta si vende qualche copia in più e si guadagna qualcosa". Belpietro replica all'istante: "E' Berlusconi a dire che il taglio delle province non produrrà alcun guadagno".
Anti casta. La palla resta a Belpietro, che fornisce le spiegazioni della linea di Libero: "Non è facile cavalcare l'onda dell'antipolitica. Ci sono elettori del centrodestra fedelissimi a Berlusconi che vedono in ogni critica al governo una critica al Cavaliere. Ma non è così". E ancora: "Noi stiamo dicendo che Berlusconi deve tornare a fare il Berlusconi, invece ha ceduto alla Lega e a Tremonti". Sallusti non resta a guardare. "Trovo analogie fra le posizioni di Belpietro e quelle di Bersani e Di Pietro". Il direttore di Libero è colpito sul vivo: "Forse Sallusti dovrebbe dare del dipietrista al suo vicedirettore, Nicola Porro, che sul suo blog ha scritto: 'Cav. Non ci sono parole' e 'Una tassa assurda'".
L'appello di Belpietro. Poi il colpo di scena. Maurizio Belpietro guarda in camera e si rivolge direttamente al premier: "Caro Silvio, questa mossa ti farà perdere le elezioni. Con questi provvedimenti hai perso 500mila voti. Bisogna rimediare". Sallusti non si fa sfuggire l'occasione: "Beh, questo significa dire che gli elettori del centrodestra sono tutti deficienti". Il direttore di Libero interrompe, Sallusti urla: "Non mi fai parlare, sei peggio di Bocchino". Sallusti è un fiume in piena, passa all'attacco di Tremonti: "E' un problema, la sua linea è diversa da quella del Governo".
Una questione di principio. Belpietro non accetta l'interpretazione. E ribatte: "Non si tratta di una questione economica, ma di principio. Berlusconi ha sempre ripetuto che non avrebbe mai messo le mani nelle tasche degli italiani". E il finale non lascia spazio a dubbi: "Il governo tradisce il patto con gli elettori. E potrebbe essere il primo di una lunga serie". Parole che trovano conferma nella nuova campagna lanciata da Libero, con il "Manifesto del partito No-Tax". Ancora crepe nell'estate agitata del centrodestra.
Nessun commento:
Posta un commento