Il drammatico interrogatorio a Salvatore Parolisi, due mesi prima dell'arresto, quando era ancora considerato un testimone. Il marito della donna uccisa lunedì si difenderà davanti ai giudici del Riesame
di GIUSEPPE CAPORALE ASCOLI - Salvatore Parolisi sotto torchio, per due giorni. Seduto su una sedia e costretto a rispondere alle domande del magistrato Umberto Monti e a quelle di altri cinque carabinieri. Il 16 maggio, Parolisi non era ancora indagato dell'omicidio della moglie Melania Rea 1, ma ancora "parte offesa", semplicemente il marito della vittima. "Persona informata sui fatti". Ma il cerchio intorno a lui si stava stringendo, come dimostrano le 115 pagine del verbale. Parolisi ha già fatto sapere che lunedì 22 rilascerà dichiarazioni ai giudici del tribunale del Riesame dell'Aquila. Ecco in esclusiva per Repubblica il verbale di quell'interrogatorio drammatico. "Salvatò sei stato tu?" chiede il maresciallo dei carabinieri Agostino Abruzzese durante l'interrogatorio "se c'hai questo peso sullo stomaco levatelo" aggiunge il carabiniere. "Io a mia moglie non l'ho toccata mai un capello mai io mai mi sono permesso di sfiorarla neanche con un dito... mai... mai e poi mai..." si difende disperato. Poi le domande sul rapporto con Ludovica 2: "Su questa telefonata con Ludovica del 19... cioè... Salvatò parliamoci chiaro - gli dice il magistrato - ... a me pare... è morta tua moglie, uccisa in quel modo... decine di coltellate, pare quasi che tu ti preoccupi di più di tutelare la tua relazione con Ludovica che di darci un contributo per capire tua moglie come è stata ammazzata". "Non è vero" replica "piagnucolando" mettono a verbale i carabinieri. Poi gli raccontano - per la prima volta - come è stata ritrovata la moglie (nuda con le mutandine e i collant abbassati). "forse hanno tentato di stuprarla"... risponde Parolisi sempre piangendo. Il militare sotto torchio rimane fermo sulla sua ricostruzione dei fatti anche se il pm e i carabinieri lo mettono di fronte ad una serie di incongruenze.Continua ...
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