venerdì 26 agosto 2011

L'evasore Sergio "Minchionne" paghi le tasse prima di parlare.

L'ad della Fiat Sergio Marchionne ci comunica urbi et orbi il suo sostegno alla discesa in campo di Montezemolo.
E' solo l'ultima esternazione di un signore che guadagna da solo quanto un ramo del parlamento e che non si accontenta di fare il top manager che più top non si può. Pensare solo ai soldi, alla Borsa, a come spremere meglio i lavoratori, può diventare attività alienante. Così Marchionne da tempo ormai dispensa agli italiani con grande spocchia lezioni un pò su tutto. Ormai ci siamo abituati a leggere e ascoltare le dichiarazioni e gli ultimatum che rilascia con il tono e il ruolo da papà severo. Marchionne rifila a 360 gradi paternali da tecnocrate internazionale: il moralista che sferza il lassismo popolare, che ci richiama al senso del dovere, all'etica del lavoro e della responsabilità, che ci prende a calci in culo ma a fin di bene, per renderci competitivi ecc. ecc.
Quello che però è incredibile è che nessun editorialista italiano sottolinei una cosa banale, un segreto che tale non è come quasi tutto ciò che ha a che fare con il potere e la sua arroganza: ma da quale pulpito parla Marchionne?
Sulla base di quale autorità morale ci rompe i coglioni? In base a quale comportamento di cittadino modello pretende di indicarci il nome del prossimo leader del paese? Ma chi è Marchionne?
La risposta è semplice: uno che, al contrario di milioni di onesti lavoratori italiani e extracomunitari, non paga un euro di tasse in Italia. Un furbetto che invece di risiedere a Torino e dintorni ha preso la residenza in Svizzera per evadere il fisco e poi viene a dettar legge ai lavoratori e alla politica tutta.
Dà l'idea del servilismo della stampa italiana che nessun editorialista blasonato si rivolga all'ad della Fiat con un invito alla decenza: caro Marchionne se vuole fare il fustigatore dei vizi italici cominci almeno a pagare le tasse in Italia!
Continua ...

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