Avetrana un anno dopo, parla la madre della ragazza assassinata e che ha visto sua sorella e sua nipote incriminate per l'omicidio. "Per chi l'ha uccisa non basterebbe la pena di morte"
di MARIO DILIBERTO AVETRANA - "La giustizia degli uomini non prevede una pena adeguata per chi ha assassinato mia figlia". Mamma Concetta parla piano. Si affaccia appena dalla scalinata della sua casa di Avetrana. Su quei gradini ha visto per l'ultima volta sua figlia Sarah. Un anno fa, il 26 agosto 2010, da quella palazzina in vicolo Verdi II, la piccola Sarah usciva per andare al mare. Ma in realtà l'attendeva la morte. Undici mesi di indagini hanno portato all'incriminazione della cugina Sabrina Misseri e di sua zia Cosima Serrano. I pm non hanno dubbi: sono loro le assassine. Mentre suo zio Michele, il primo ad addossarsi il delitto, è accusato di averne nascosto il cadavere in un pozzo di campagna. Un anno dopo Avetrana si presenta proprio come quel pomeriggio di agosto in cui Sarah sembrava fosse stata ingoiata da un mistero. I quaranta gradi tengono la gente lontana, anche se nei luoghi del dramma, divenuti celebri grazie alle telecamere, c'è un traffico sospetto. Sono i turisti dell'orrore. Gente che piomba nella piccola cittadina del Salento per vedere la casa di Sabrina, la ragazza che ha strangolata la cuginetta del cuore. E il giardino degli zii complici, capaci di partecipare all'omicidio di una ragazzina che li riteneva una seconda famiglia. Lunedì 29 agosto gli aguzzini della quindicenne compariranno dinanzi al gup Pompeo Carriere per l'udienza preliminare, trascinandosi dietro contestazioni da ergastolo. Il processo per loro è davvero alle porte. "Mi aspetto giustizia per mia figlia" dice Concetta Serrano Spagnolo. "Quella gente è stata in grado di calpestare sentimenti nobili. Mia figlia li amava e loro l'hanno ripagata uccidendola".Continua ...
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