venerdì 26 agosto 2011

Sesso, droga e rock'n'roll Il piacere nell'Arca di Noè

In un libro appena uscito negli Stati Uniti, Jonathan Balcombe esplora i segreti dell'edonismo in mammiferi, rettili o insetti, dal lemure alla tartaruga. Per rompere un tabù e promuovere una nuova sensibilitàdi GIULIA BELARDELLI

Celebrare le piccole e grandi godurie del regno animale, dal trattamento di bellezza dell'ippopotamo al millepiedi-spinello che manda in estasi lemuri e scimmie cappuccine. Per gettare le fondamenta di una nuova disciplina, l'etologia edonistica, ovvero lo studio di quella parte del comportamento animale che attiene al piacere. È questo l'intento di "The Exultant Ark", l'arca esultante, un libro da poco uscito negli Stati Uniti a firma di Jonathan Balcombe, direttore del Dipartimento di Scienze Animali della Humane Society University di Washington DC. Da anni l'etologo sostiene che raccontare i piaceri degli altri esseri viventi sia il modo migliore per promuovere una nuova cultura più rispettosa dell'ambiente e dei suoi abitanti. Per farlo, questa volta ha deciso di avvalersi dell'aiuto di un centinaio di fotografi, che da un capo all'altro del mondo hanno immortalato il piacere zoomorfo nelle sue varie declinazioni. Gioco, tatto, corteggiamento e sesso. Ma anche cibo, confort, compagnia e - perché no - amore. LE IMMAGINI Il piacere degli animali 1 Secondo Balcombe, il piacere è un tema largamente sottovalutato, sia in riferimento agli esseri umani che agli altri animali. "Conosco diverse riviste scientifiche dedicate allo studio del dolore, ma nessuna focalizzata sul piacere. Tempo fa c'era il Journal of Happiness Studies, ma ora abbiamo perso anche quello", spiega con una punta di amarezza a Repubblica.it. "Eppure - aggiunge - il piacere è centrale all'esistenza, alla nostra come a quella di ogni altro animale capace di distinguere uno stimolo piacevole da uno doloroso". Per quanto strano possa sembrare, infatti, l'idea che gli animali (quanto meno i vertebrati) siano esseri senzienti ci ha messo un po' a entrare nelle teste degli umani. Non che lo studio dell'esperienza animale sia sempre stato ignorato. Uno degli esempi più illustri, in tal senso, è "L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali", un libro che Charles Darwin scrisse nel 1872. In quest'opera lo scienziato parla delle emozioni nel regno animale basandosi sulle corrispondenze tra umani e non umani, senza paura di bordate antropomorfe. Successivamente, sulla scia degli studi condotti da Ivan Pavlov sui riflessi condizionati dei cani, molti scienziati sono stati attratti dal comportamentismo, con buona pace di motivazioni, intenzioni e stati interni. Le cose sono cambiate negli anni Settanta, quando l'etologo americano Donald Griffin ha riportato l'attenzione sulla "cognizione e la consapevolezza degli animali", facendone finalmente una disciplina rispettabile.
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