Oltre ai danni arrecati direttamente dal sisma e dallo tsunami, il Giappone si trova alle prese con una delle peggiori catastrofi nucleari di tutti i tempi. In questa condizione drammatica numerosi paesi al mondo, indipendentemente dalla posizione politica, hanno inviato aiuti al paese ed hanno cercato di fornire assistenza ma è facile intuire che i giapponesi pretendevano il maggior aiuto dal paese che si è autoproclamato, dal dopoguerra ad oggi, il loro maggiore alleato ovvero gli Stati Uniti.
Proprio con questa pretesa gli Usa hanno estorto al Giappone un vero e proprio patrimonio per finanziare le basi, ed oltre ai fondi, il Giappone ha pagato tributi pesanti perchè quelle basi ci fossero.
Ma nei primi giorni della crisi, quando il governo giapponese sperava nell’intervento dei militari Usa nelle zone colpite, la settima flotta navale degli Usa, il 14 Marzo, annunciò il proprio ritiro.
Anche dopo, gli aiuti americani, seppur presenti, sono stati molto minori di quanto si poteva pretendere da un paese che in Giappone dispone di 47 mila militari e di 14 grandi basi.
Quindi si può dire che la presenza militare Usa in Giappone non mira a garantire altro che il dominio degli Stati Uniti e non è servita nei momenti di reale bisogno.
Sarebbe saggio che l’Italia riflettesse su fatti del genere e ne traesse le sue conclusioni.
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