Roma, 26 mar. (Adnkronos) - Una maxispremuta in piazza per sottolineare gli inganni ai consumatori e chiedere una modifica della legge con l'introduzione dell'origine del succo utilizzato nelle aranciate e nei succhi di frutta. E' l'iniziativa lanciata da Coldiretti che sottolinea come in un litro di aranciata che viene venduto mediamente a 1,30 euro ci sono solo 3 centesimi di arance che peraltro spesso vengono ''spacciate'' come Made in Italy anche se provengono dal Brasile o dalla Florida.
In Sicilia, dove si concentra la produzione di arance, l'associazione ha promosso un weekend di 'Solearance' con la distribuzione gratuita di una maxispremuta 'Doc' in tutte le piazze principali a partire da Palermo a Villa Sperlinga per dire basta alla aranciate senza arance.
Nelle aranciate è possibile mettere molta più acqua che succo sulla base di una legge nazionale ormai datata (la 286 del 1961) con la quale si prevede che le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse contengano appena il 12 per cento di succo di agrumi vero. Il risultato - sottolinea la Coldiretti - è che i consumatori pagano l'acqua come fosse succo di arancia.
Ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12 per cento corrisponde al consumo aggiuntivo di 25 milioni di chili di arance per gli italiani mentre - sostiene la Coldiretti - sostituire le arance brasiliane con quelle siciliane significa risparmiare 5,5 chili di petrolio ed evitare l'emissione di 17,2 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto.
"Usare più arance italiane nell'aranciata è anche un contributo concreto al mantenimento dell'attività agricola sul territorio con la possibilità - continua la Coldiretti - di remunerare adeguatamente il prodotto e il lavoro necessario per ottenerlo. Negli ultimi dieci anni sono scomparsi in Italia quasi un terzo degli agrumeti con effetti sul piano economico, paesaggistico e culturale".
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