Roma, 31 mar. (Adnkronos/Ign) - "Non c'è ancora stata una disponibilità delle autorità della Tunisia ad accettare i rimpatri degli oltre 19.000 cittadini tunisini, tutti identificati, che nell'ultimo mese e mezzo sono sbarcati clandestinamente sulle coste italiane". E' quanto denuncia il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine della riunione di governo a palazzo Chigi.
"Abbiamo discusso in Consiglio dei ministri dell'emergenza umanitaria con riferimento particolare all'Accordo con la Tunisia, al cui primo punto - ricorda il titolare del Viminale - figura proprio l'impegno da parte delle autorità tunisine per un'immediata azione di prevenzione e di contrasto dei flussi illegali in uscita dalla Tunisia: questo, purtroppo, finora non è avvenuto".
Il titolare del Viminale riferisce di aver ''chiesto al presidente del Consiglio Berlusconi di sollecitare il primo ministro tunisino al rispetto dell'Accordo con l'Italia. Credo che sia necessario farlo, anche recandosi a Tunisi, perché - spiega Maroni - le iniziative che le autorità tunisine hanno accettato di prendere sul blocco immediato dei flussi e sui rimpatri vengano effettivamente attuate".
Il ministro parla di ''un'emergenza grave, che richiede la solidarietà e il concorso di tutte le Regioni". "Credo - aggiunge - che questi atteggiamenti di rifiuto, che sorgono ovunque si individui un luogo dove accogliere temporaneamente questi clandestini, non possano davvero essere giustificati''.
"Abbiamo individuato siti in tutte le Regioni, escluso l'Abruzzo, sia per i profughi sia per i clandestini - informa il ministro dell'Interno - Riusciremo a far fronte a 10.000 posti, naturalmente con la speranza che non servano". Il piano sarà illustrato domani alla 'cabina di regia' istituita con le Regioni e gli enti locali.
Critiche le Regioni. ''Sugli immigrati irregolari noi avevamo avanzato una serie di proposte - rimarca il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani - non abbiamo trovato l'accordo, quindi questa è una scelta del governo sulla quale non c'è l'accordo delle Regioni. Quelle annunciate sono scelte unilaterali''. Ignazio La Russa da parte sua ha reso noto di aver ''fornito come ministero della Difesa al Viminale altri sette siti, tutti al Nord".
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