Il senatore era accusato di aver cercato di screditare i pentiti palermitani Francesco Di Carlo, Francesco Onorato e Giuseppe Guglielmini che l'avevano accusato nel dibattimento in cui era imputato di concorso in associazione mafiosa
PALERMO. La prima sezione della corte d'appello di Palermo ha confermato l'assoluzione per il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri accusato di calunnia aggravata. Dell'Utri era accusato di aver cercato di screditare i pentiti palermitani Francesco Di Carlo, Francesco Onorato e Giuseppe Guglielmini che l'avevano accusato nel dibattimento in cui era imputato di concorso in associazione mafiosa (conclusosi in appello con la condanna del politico a 7 anni). Per lo scopo l'ex manager Fininvest si sarebbe servito di Cosimo Cirfeta, esponente della Sacra Corona Unita, che assieme a lui fu rinviato a giudizio per calunnia e che è deceduto poco prima della sentenza di primo grado. La corte, presieduta da Antonella Pappalardo, ha giudicato inammissibile il ricorso contro il verdetto di assoluzione presentato dalla procura generale, "salvando" quello del pm e decidendo quindi nel merito. I legali di Dell'Utri, Giuseppe Di Peri e Pietro Federico, avevano ribadito, sia all'inizio che alla fine del processo, l'inammissibilità di entrambi gli appelli, che secondo i penalisti sarebbero stati depositati fuori termine. Lo stesso pg, Nino Gatto, che per Dell'Utri aveva chiesto la condanna a sei anni, aveva ammesso l'inammissibilità del ricorso del pg.
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