lunedì 4 aprile 2011

"Tangenti per il via libera ai farmaci" Denuncia dell'Università di Chieti-Pescara

Esposto del dg dell'Ateneo D'Annunzio contro Tullio Raimondo Faiella: avrebbe pagato una mazzetta da 92mila euro per il nulla osta al commercio di un medicinale. L'uomo è già stato coinvolto in una vicenda di sesso in cambio di ricette false
di GIUSEPPE CAPORALE

CHIETI - Tangenti all'Università. Tangenti per corrompere funzionari e ricercatori dell'ateneo D'Annunzio impegnati nella sperimentazione dei farmaci. Avrebbe pagato 92 mila euro di mazzette Tullio Raimondo Faiella, titolare di un'azienda di distribuzione farmaceutica (già coinvolto a Roma in uno scandalo da dieci milioni di euro per ricette false in cambio di sesso). Stavolta i soldi servivano per ottenere dal Cesi - istituto di ricerca scientifica dell'Università D'Annunzio finanziato dalla fondazione dell'ateneo - un parere favorevole sulla messa in commercio di un farmaco. 92 mila euro di soldi in nero divisi per tre ricercatori responsabili del centro di sperimentazione.
A denunciare la vicenda sono stati il rettore dell'ateneo D'Annunzio, Franco Cuccurullo, e il direttore generale, Marco Napoleone, che proprio oggi hanno inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Chieti, raccontando il fatto nei dettagli. "L'imprenditore - scrivono nell'esposto - si è presentato dieci giorni fa all'università e davanti a noi ha raccontato di aver pagato 92 mila euro di soldi in nero per la sperimentazione di un farmaco. Un racconto dettagliato dove ha precisato anche i nomi delle persone ha cui avrebbe versato i soldi in contanti". Cuccurullo e Napoleone nell'esposto citano i tre nominativi che avrebbero ricevuto rispettivamente tangenti da 50 mila, 25 mila e 17 mila euro in base al loro "peso" sulla riuscita della sperimentazione del farmaco.
Continua ...

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